Elio Clero Bertoldi
 

PERUGIA - Il gran maestro del Grande Oriente d'Italia (Goi-Palazzo Giustiniani), avvocato Gustavo Raffi, ha scelto Perugia e l'occasione della commemorazione di Enzo Paolo Tiberi, per lanciare dalla sala Brugnoni di palazzo Cesaroni, una sorta di manifesto per una massoneria che si liberi e mandi in pensione "i dinosauri" dell'istituzione. Vestendo, insomma, i panni di un "rottamatore" alla Renzi, in campo profano.

Nel ricordare che da 11 mila massoni si sia passati in pochi anni a 22 mila affiliati, il gran maestro ha sottolineato che questo raddoppio degli iscritti da un lato significa che l'istituzione cresce nei numeri e nell'autorevolezza e dall'altro che é un patrimonio da salvaguardare e tutelare. "Dobbiamo aprire gli armadi, raccontare la nostra storia. Oggi chi non privilegia la comunicazione é out, fuori dal tempo. Io dico - ha affermato - che gli entrati in massoneria negli ultimi anni rappresentano un mondo nuovo e sono migliori, molto migliori, di tanti vecchi iscritti".

Nel rivendicare il concetto che la massoneria "é un cammino spirituale per capire se stesso e gli altri", Raffi ha tuonato contro la "massoneria dei pannoloni", contro la "massoneria dormiente" e ha indicato il futuro dell'istituzione nel "dare spazio ai giovani" e nel proseguire nella strada ("che si é rivelata giusta") della trasparenza, della comunicazione, del rinnovamento, dell'apertura e del dialogo.

Ha poi rivendicato alla sua gestione la sospensione di una loggia del sud Italia che ha definito "non chiara" e ha tenuto a sottolineare come il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia, recentemente, riconosciuto "la piena cittadinanza" alla massoneria nel tessuto democratico e sociale del nostro paese.
Raffi non ha fornito, nel suo intervento, cifre e dati della massoneria del Goi in Umbria, che comunque é presente in tutta la regione, da nord a sud, con logge e iscritti, con una percentuale importante, anche rispetto alla popolazione, nel capoluogo umbro, dove é stata aperta una casa massonica (o tempio) - in corso Cavour - tra le più belle, prestigiose e suggestive d'Italia.

Le logge in Umbria sarebbero 29, di cui 24 nel perugino e 5 nel ternano. Nell'elenco la Guardabassi, Fede e Lavoro, Riccardo Granata, Mario Angeloni, Fratelli Bandiera, Concordia, Ver sacrum, Bruno Bellucci,  Luca Mario Guerrizio, Francesco Baracca, La Fermezza, Guglielmo Miliocchi, Humanitas, La Fenice, Quatuor coronati, XX giugno 1859, I figli di Horus e la Enzo Paolo Tiberi (tutte di Perugia), I Liberi, XI settembre, Armonia e Atlantide (a Città di Castello), Domenico Benedetto Roncalli (a Foligno), Luigi Pianciani (a Foligno), Tacito, Giuseppe Petroni, Paolo Garofoli, J.W. Goethe, Alessandro Fabri (a Terni). I maestri venerabili delle varie logge sono riuniti nel Collegio dei maestri venerabili dell'Umbria.

In regione sono presenti, sia pure con un numero molto minore di iscritti, anche altre massonerie come la Gran Loggia Regolare d'Italia (GLRI), sede in Lungotevere Dei Mellini a Roma, che in Umbria ha operanti quattro logge: la Luigino Marra (Spoleto), Piero della Francesca e Fra Bevignate (Perugia) e Braccio Fortebraccio (Umbertide).

Opera nella nostra regione anche la Gran Loggia d'Italia (GLI, obbedienza di piazza del Gesù, palazzo Vitelleschi), che conta su logge miste aperte pure alle donne (una loggia con iscritti di Perugia e Terni).

 

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