Lavoro: generazione bruciata
In tre anni è crollato di un milione il numero degli under 35 che lavorano, di cui 750mila unità proprio nella fascia tra i 25 ed i 34 anni. Le tabelle diffuse il 15 settembre dall'Istat, traducono in numeri il dramma che ha minato i sogni e il futuro dei giovani di oggi proprio negli anni nei quali si costruisce, si trova un lavoro dopo la laurea, magari si mette su famiglia.
"Bisogna smettere di dire che è la vigilia della ripresa se non si traduce nel fatto che riprende l'occupazione", afferma la leader della Cgil Susanna Camusso, che torna a chiedere una politica economica che cominci "dagli investimenti" e che dia "reddito ai lavoratori. "La fotografia di una situazione di immobilismo e di sfascio del Paese sul fronte dello sviluppo economico e delle nuove opportunità di lavoro", tuona il leader della Cisl Raffaele Bonanni che invita il governo ad aprire "subito un confronto vero con le parti sociali sulla base del documento congiunto di sindacati e Confindustria.
Tornando ai dati dell'Istat, nel secondo trimestre di quest'anno solo sei persone su dieci erano al lavoro nella fascia d'età attiva per eccellenza (tra i 25 e i 34 anni) con un tasso di occupazione al 60,1% contro il 70,1% del 2007 (65,9 nel 2010). E se per i maschi del Nord la situazione è ancora accettabile (l'81,4% al lavoro dall'86,6% del secondo trimestre 2010) al Sud la situazione è drammatica: lavoro appena il 51% degli uomini della fascia 25-34 anni e solo il 33,3% delle donne.
Fonte: rassegna.it

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