PERUGIA  - Un quarto degli elettori Pd alle regionali del 2010 ha votato alle primarie per la scelta del candidato premier nel 2012. E il 63,1% di questi ha scelto Pierlugi Bersani, mentre il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha ottenuto consensi anche da simpatizzanti di M5S, Psi, Idv e Pdl. Sono solo alcuni dei dati emersi dallo studio condotto, con il contributo del professor Loris Nadotti, dai professori Antonio Forcina e Bruno Bracalente, del Dipartimento di Statistica dell’Università di Perugia, sulle primarie 2012 in relazione agli esiti delle competizioni elettorali regionali del 2010 e politiche del febbraio scorso.

 

“Primarie del centrosinistra ed elezioni politiche 2013: uno studio dei flussi nella Provincia di Perugia” il titolo del lavoro, che rappresenta una novità assoluta a livello nazionale – assicura Bracalente - ed è stato presentato per la prima volta in un convegno a Firenze con Ilvio Diamanti, del comitato scientifico della Società italiana di Studi Elettorali, a testimonianza della valenza del metodo utilizzato. Questa mattina lo studio è stato presentato in conferenza stampa dal Pd Umbria alla presenza di Bracalente, del professor Loris Nadotti, del segretario regionale Pd Lamberto Bottini e del responsabile organizzazione Antonello Chianella.

 

“Le primarie – ha detto Bottini - sono iscritte nel dna del Pd e rappresentano, anche statutariamente, un importante strumento di selezione della leadership del partito e non solo. E’ evidente che soprattutto oggi, alla vigilia di una tornata amministrativa importante e di una nuova stagione congressuale, le primarie sono oggetto di una riflessione approfondita. Questo studio, che non è un exit poll ma rappresenta dati scientificamente molto più attendibili, ci consente più consapevolezza nell’utilizzo delle primarie”.

 

“Con questo lavoro – ha sottolineato Nadotti – che rappresenta un’assoluta novità, il Pd testimonia la volontà di leggere il fenomeno politico delle primarie con assoluta trasparenza”.

 

“Si riescono a fare queste cose – secondo Chianella – perché c’è un partito che vuole farlo. Ritengo quindi ingenerosi alcuni giudizi sul partito, su cui troppo spesso si scaricano contraddizioni che sono in altri luoghi”. “I problemi ci sono – ancora Chianella – ma molti passi avanti sono stati fatti”. Ad esempio con la creazione di una completa e aggiornata anagrafe degli iscritti. Non solo. “Si sono rimessi in moto luoghi di discussione, sono stati attivati forum e organizzate conferenze tematiche, si sono approvati in direzione documenti su grandi temi per la nostra regione. Il Pd si è espresso, ha sempre raggiunto un  punto di mediazione che poi ha sostenuto con fermezza e decisione”.

 

Non altrettanto si può dire di “associazioni e fondazioni, che non hanno prodotto nemmeno un documento politico sull’Umbria”. Le primarie? “Strano che si citino sempre con l’aggettivo aperte: sono mai state chiuse?”. “In Umbria – aggiunge Chianella – abbiamo anticipato la possibilità di registrarsi fino al giorno stesso del voto e abbiamo raggiunto uno dei rapporti più alti d’Italia tra elettori e seggi organizzati”. “Anche questo – ha concluso il responsabile organizzazione – sarà oggetto di discussione al prossimo congresso. Abbiamo bisogno di meno ipocrisie e più idee”.

 

Secondo i dati assolutamente “originali”, ricavati dallo studio dei flussi in quattro comuni della Provincia di Perugia (Perugia, Foligno, Città di Castello, Spoleto), dunque, all’incirca un quarto degli elettori del Pd alle regionali del 2010 ha partecipato alle primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra. Di questi, circa due terzi ha scelto Bersani. Ai gazebo della coalizione Italia bene comune si è recato, poi, il 30% di elettori Rc e Idv e un quarto di elettori del Psi. Il 60% di questi ha accordato la preferenza a Renzi. Molto più alta la partecipazione di Sel (al di sopra del 50%) che si è indirizzata massicciamente (quasi il 100%) su Vendola.

 

La totalità degli elettori del Pdl (il 4,6% rispetto al dato delle regionali 2010) ha preferito Renzi, a cui è andato il 30% dei voti di coloro che alle scorse regionali hanno votato una delle candidate alla presidenza senza passare per il voto ai partiti (la metà di questi ha scelto Bersani) e che hanno voluto partecipare alle primarie (il 15%). La partecipazione al voto è più alta nei seggi con più donne e giovani aventi diritti, i quali, tendenzialmente, dirigono in misura maggiore su Renzi la loro preferenza.

 

Al ballottaggio del 2 dicembre 2012 si è sostanzialmente confermato il voto a Bersani e Renzi, con spostamenti percentuali di poche unità tra i due candidati. I tre quarti degli elettori di Vendola, invece, si sono indirizzati su Bersani e un quarto ha scelto di non tornare ai gazebo. Degli elettori di altri candidati Bersani ha conquistato il 41%, il non voto circa un terzo. L’8% degli elettori di Renzi al primo turno non è ha partecipato al ballottaggio.

 

Alle politiche di febbraio il 92,3% degli elettori di Bersani ha votato Pd, una piccola parte Sel e una piccolissima parte ancora non è andato a votare. Tutti gli elettori di Vendola si sono recati alle urne ma il 60% di questi ha preferito Rivoluzione civile di Ingroia. Degli elettori di Renzi, il 48% ha scelto Pd, il 10% il M5S, il 20% il Pdl, il 3% partiti di centro e il 13% non è andato a votare.

 

Gli elettori Pd che non hanno partecipato alle primarie si ritrovano, in molti casi, a votare Grillo.

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