TERNI -  Sull’aumento delle tariffe da parte di Umbria mobilità, Massimo D’Antonio (Udc) si è così espresso: “Si tratta dell’ennesima visione emergenziale che non vuole risolvere la questione in maniera pragmatica ed equa. Basterebbe semplicemente rivolgere la propria attenzione a quello che succede in Europa.
Il nostro trasporto pubblico è gravato da molti problemi, alcuni strutturali dati dalla funzione "sociale" dello stesso ma altri dati da una cattiva gestione delle risorse disponibili e da una certa miopia manageriale.

I dati ci dicono che una percentuale molto alta di viaggiatori non paga il biglietto, percentuale che supera il 30% dell'utenza. In Europa, basta recarsi in Inghilterra o in Spagna, mete molto popolari, per vedere che chi sale su un mezzo pubblico di trasporto trova il bigliettaio. Il costo dei biglietti varia anche a secondo della tratta da compiere. Possedere o pagare il biglietto è un requisito necessario per poter salire sul mezzo pubblico. Non si capisce perché da noi non esistano più queste figure. Si dice che hanno un costo non sostenibile per l'azienda. Non è vero. Si dice che i controlli esistono e vengono elevate un numero molto alto di multe. È vero ma se poi si va a vedere circa l'80% di queste multe è inesigibile in quanto vengono forniti dati non veritieri. Questo perché incredibilmente gli evasori che non posseggono il biglietto né la carta di identità non possono essere trattenuti per l'identificazione da parte dei controllori, pena il reato di sequestro di persona.
 
Può sembrare paradossale ma è così. Possono al massimo essere invitati a scendere, ma non fanno altro che aspettare il prossimo bus e la giostra ricomincia. Quindi l'unica soluzione è prevenire. Non far salire chi è sprovvisto di biglietto. Sfortunatamente Terni è piena di disoccupati o cassaintegrati. Ci si potrebbe rivolgere a questi, costituiti in qualche forma di lavoro socialmente utile, per garantire l'effettivo sbigliettamento sui mezzi pubblici. Il costo delle loro prestazioni potrebbe direttamente pervenire da una percentuale sui biglietti venduti sull'autobus ai viaggiatori sprovvisti. Se questa percentuale fosse anche del 30% sarebbe comunque inferiore alle perdite accumulate quotidianamente a causa dei "portoghesi" che viaggiano a sbafo di tutti i cittadini.
 
L'aumento tout court è una presa in giro ulteriore a chi il biglietto lo fa e si comporta onestamente. Ancora una volta non si attuano provvedimenti equi ma decisioni che non scalfiscono i disonesti e vanno a gravare su chi si comporta correttamente. Questa situazione è intollerabile e necessita al più presto di una giusta soluzione."

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