La Regione Umbria guiderà le regioni prese a riferimento tramite gli indicatori del Ministero della Salute per fissare i criteri di qualità dei servizi e costi e fabbisogni standard nel comparto sanitario. Il modello nazionale di riferimento rispetto all'IQE, l'indicatore di qualità ed efficienza, è risultato essere il sistema sanitario regionale umbro, il 96% del quale è pubblico. Si tratta di un risultato straordinario che è stato possibile grazie alle amministrazioni regionali che si sono succedute e anche all'impegno del nostro partito a tutti i livelli. Rifondazione comunista da sempre si è infatti impegnata e battuta con coerenza nella società regionale ponendo quella che è stata ed è una priorità della nostra iniziativa politica: la salvaguardia e il potenziamento della sanità pubblica. Per questo abbiamo lavorato e lavoriamo per un approccio riformatore del sistema fondato sulla prevenzione di territorio, sulla deospedalizzazione, sulla riqualificazione della spesa e delle funzioni e sulla centralità del cittadino. Una sanità non mercificata, ma un bene universale al servizio della comunità. Detto questo, però, gli effetti della spending review e degli altri provvedimenti finanziari in materia di sanità dei governi centrali con l'aumento dei ticket non hanno certo tardato a manifestarsi anche nella nostra regione e, come avevamo denunciato, si stanno ritorcendo contro i cittadini umbri. La sanità ragionieristica dei governi nazionali è miope e si sta rivelando insostenibile anche sotto il profilo economico-finanziario perchè abbattendo i servizi di prevenzione aumenta la possibilità di insorgenza, recrudescenza ed aggravamento delle malattie più comuni, con costi maggiori derivanti dall'ospedalizzazione o dall'invalidità. La sanità tutta tagli e ticket a carico dei cittadini è odiosa e costituisce un regalo a quella privata, è una privatizzazione strisciante perchè con i ticket nazionali così alti perfino gli ambulatori privati diventano "competitivi" nei confronti del servizio sanitario regionale. Ecco perchè la nostra battaglia contro l’introduzione dei ticket regionali era giusta: attraverso gli sforzi positivi della Giunta regionale, impegnata in una riforma complessiva del sistema sanitario regionale ancora da affinare soprattutto per quanto concerne il rapporto con l'Università, è stato mantenuto un sistema pubblico e universalistico che oggi viene preso a modello. Si tratta allora di provare ad utilizzare questo primato raggiunto per guidare una battaglia politica più generale conto le politiche rigoriste e di austerità dei governi centrali che anche per la nostra Regione, esattamente come ha recentemente dichiarato la Presidente Marini, si sono rivelate sciagurate ponendo a grave rischio la tenuta sociale, economica ed istituzionale dell'Umbria in quanto comunità.

Carlo Fabbri, Responsabile Sanità Federazione Provinciale Prc Perugia

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