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di Lorenzo Caldarelli* “Unità, radicamento, conflitto”: la nuova strada sui cui si incamminano i Giovani Comunisti nella nuova stagione politica è ben rappresentata da queste tre parole che riassumono il dibattito politico che ha caretterizzato la IV conferenza nazionale dei Giovani Comunisti, conclusa ieri a Pomezia. In realtà, quella di Pomezia è stata solo l'ultima fase di un percorso congressuale lungo un mese e mezzo, nel corso del quale quasi tremila giovani e giovanissimi militanti di Rifondazione su tutto il territorio nazionale si sono confrontati, su due documenti contrapposti, ma con la necessità condivisa di rilanciare l’organizzazione. La partecipazione di molte/i compagne/i al dibattito, il numero e la qualità d’analisi degli ordini del giorno provenienti dai territori, è la nota più positiva. Un dibattito aspro ma sincero, che ha cercato di unire sulle pratiche e sulla proposta politica un’organizzazione uscita lacerata dall’ultimo congresso del Prc. Un dibattito che ha toccato molti degli aspetti dirimenti del nostro partito, ponendo l’accento sulla necessità di investire i Giovani Comunisti in un lavoro costante dentro i luoghi di studio e di lavoro. “Giovani comuniste/i: una generazione di sogni, conflitti e rivoluzioni” è stato il documento che ha ottenuto la maggioranza, con il 75,5% dei consensi. L’altro documento: “Lottare, occupare, resistere!” presentato dalla componente Falcemartello, ha raccolto il 25.5% dei consensi. A rappresentare la nostra federazione nel nuovo Coordinamento Nazionale saranno la compagna Marta Melelli per il documento 1 e il compagno Ezzhar Salah per il secondo documento. Il Coordinamento Nazionale ha eletto inoltre i nuovi portavoce nazionali: Anna Belligero e Simone Oggionni. Una nuova stagione politica si è aperta ieri per i Giovani Comunisti, da oggi l’impegno di tutti è nel rilanciare l’indispensabile azione politica della nostra organizzazione. *Portavoce dei Gc della Federazione Di Perugia di seguito il documento conclusivo della IV Conferenza dei Gc Con la nostra IV Conferenza nazionale abbiamo rimesso in campo una prospettiva politica chiara e abbiamo avviato un percorso di ricostruzione e riorganizzazione territoriale. Il nostro obiettivo è fare sì che i Gc tornino ad essere il centro delle lotte delle giovani generazioni nel nostro Paese. Abbiamo alle spalle anni di scontri interni, di sistematico indebolimento della nostra presenza organizzata, di scollamento progressivo tra il centro e i territori. Anni di errori nella linea politica, spesso tesa a indirizzare l’organizzazione verso il suo superamento e la sua diluizione in soggetti altri. Portiamo ancora oggi le ferite della scissione. Rispetto a questo passato recente ci impegniamo al massimo della discontinuità, nelle pratiche e nella linea politica. Tuttavia non siamo all’anno zero. In questi mesi si è mostrato un tessuto di militanza, di generosità, di impegno, di dedizione che in tanta parte del Paese ha tenuto aperti i circoli e le federazioni, promosso iniziative, curato il tesseramento, costruito relazioni con i movimenti e i conflitti accesi in ogni singolo territorio, che ha portato la propria solidarietà all’Abruzzo in ginocchio. Questa è l’organizzazione dalla quale ripartiremo. Per farlo al meglio serve il massimo dell’unità al nostro interno: per questo la proposta che avanziamo è quella della gestione unitaria e del rilancio condiviso della nostra organizzazione. Sul piano delle lotte individuiamo alcune priorità, intorno a cui ricostruire a tutti gli effetti un profilo credibile di conflitto. In primo luogo il lavoro e la precarietà (che è anche precarietà esistenziale). Noi proponiamo tre obiettivi: l’abrogazione immediata della legge 30, simbolo e causa della precarietà generalizzata, e l’individuazione del tempo indeterminato come formula contrattuale canonica (attraverso la proposta di un referendum popolare); un nuovo meccanismo di adeguamento automatico delle retribuzioni da lavoro dipendente all’inflazione reale; l’erogazione di un salario sociale mensile di 1000 euro per i disoccupati di lunga durata (oltre i 12 mesi) e per i giovani in attesa della prima occupazione. Scuola e Università. Un grande movimento in difesa dell’istruzione pubblica ha, nell’autunno 2008 e, con maggiore difficoltà, negli ultimi mesi, occupato piazze, scuole e Università. L’Onda ha svolto un ruolo determinante perché ha espresso un livello di conflittualità e di mobilitazione enorme. Come Gc proponiamo una piattaforma di rivendicazioni in grado di connettere la lotta degli studenti medi, quella degli universitari, dei ricercatori e dei lavoratori della scuola. Sul piano delle forme la nostra proposta è quella di mettere in relazione tra loro – attraverso la definizione di una rete dei soggetti in formazione – tutte le realtà di movimento (collettivi, strutture territoriali dei sindacati studenteschi, circoli di partito) nelle quali le nostre compagne e i nostri compagni operano, definendo finalmente una linea politica precisa e comune. Migranti e antifascismo. Ci poniamo concretamente l’obiettivo di fare attraversare la nostra organizzazione dai migranti, ricercando le forme per promuovere un coordinamento permanente di tutte le forze antirazziste. Allo scopo, scegliamo di investire nella costruzione di una campagna di massa contro il razzismo che contempli la parola d’ordine del ritiro dell’ultimo pacchetto sicurezza e quella dello scioglimento immediato delle organizzazioni di estrema destra, xenofobe e antisemite (collochiamo in questo quadro la ripresa di una nostra iniziativa di antifascismo militante, non commemorativa o liturgica). Contestualmente, ci impegniamo a intraprendere azioni concrete come l’apertura di sportelli legali e scuole di alfabetizzazione, intesi come strumenti essenziali per dare una risposta immediata ai bisogni primari dei migranti (casa, lavoro, permesso di soggiorno) e per costruire spazi di mutualismo e solidarietà. A fianco di questi impegni collochiamo la nostra battaglia per la democrazia di genere (da esercitare anche all’interno della nostra organizzazione), i diritti civili (in un contesto di grave arretramento e di attacco costante alla libertà di autodeterminazione di donne e uomini e al diritto di vivere appieno la propria sessualità) e, a fianco del movimento GLBTQ, contro la cultura omofoba e sessista dilagante. Fortunatamente non siamo soli in questo lavoro straordinario. Stiamo attraversando mesi di rinascita del conflitto sociale. Dall’Onda ad un protagonismo dei lavoratori cresciuto esponenzialmente. Dalla lotta dei metalmeccanici e della sinistra sindacale contro la distruzione del contratto nazionale di lavoro, alla manifestazione anti-razzista del 17 ottobre scorso. Dalle battaglie democratiche sull’informazione alla splendida giornata del 5 dicembre contro il governo Berlusconi. Collochiamo la nostra organizzazione al servizio del conflitto sociale. Per farlo al meglio servono due cose: a) investire sull’organizzazione. Mettiamo al centro i territori, le realtà provinciali e le realtà delle piccole città, dove i compagni sono stati nel passato troppo spesso abbandonati a loro stessi. Mettiamo al centro le nostre pratiche sociali (dai Gap alle brigate di solidarietà attiva nelle fabbriche in crisi); valorizziamo al massimo la nostra internità strategica ai movimenti e ai conflitti, una internità che rivendichiamo senza presunzione di autosufficienza o di superiorità (al contrario di altri non ci definiamo avanguardia e portatori di verità e coscienze esterne); e lavoriamo alla costruzione di un nuovo immaginario, per una teoria e una pratica comunista all’altezza dei tempi e che ruoti intorno all’idea dell’investimento sull’autogoverno dei soggetti subalterni e dell’autogestione della produzione; b) avviare un percorso unitario. Il partito ha scelto, per declinarlo, la strada della Federazione della Sinistra. Una strada giusta, avanzata, che risponde positivamente alla richiesta di unità e coordinamento dell’iniziativa politica e sociale della sinistra. Come Giovani Comunisti/e siamo in questo percorso e avanziamo la proposta di dar vita ad uno spazio politico giovanile comunista e di sinistra: un’aggregazione aperta alle organizzazioni giovanili comuniste (anche alla luce della positiva esperienza del campeggio estivo “Alternativa Rebelde”) e della sinistra, ai movimenti, alle migliori intelligenze critiche, alle realtà auto-organizzate del sindacalismo di base, alle realtà studentesche, alle molteplici realtà associative e aggregative che condividono l’idea della trasformazione, disposte ad avviare un percorso unitario. Condividi