di Giuliano Brandoni.

Le roboanti indignazioni provocate dalla censura del monologo commissionato dalla RAI per le trasmissioni celebrative del 25 Aprile allo scrittore Antonio Scurati e poi censurate dai vertici dell' azienda per le critiche severe alla Presidente del Consiglio sono il frutto della stagione peggiore che la politica italiana vive dal dopoguerra ad oggi. Scontate, pavloviane, ipocrite, il " tout Paris" dell' avanspettacolo che dorme, vive sulle poltrone dei talk show e, a seguire, ex girotondini, saradine e tutte le salamoie possibili (il popolo dei Fazio, Bottura, Serra, Crozza e compagnia), hanno testimoniato l' empito antifascista postando il testo dell' " editto bulgaro",un testo, , per altro, essenziale ed efficace soprattutto nel ricordare che il fascismo è, ed è stato, un crimine fin dalla sua nascita, C' è un però, il sistema informativo, oggi più che mai è diventato un' arma di " distrazione" di massa che censura o amplifica, ricorda o cancella e spettacolarizza il tutto al fine della costruzione di un' opinione pubblica uniforme trasformata in tifoseria da tribuna, evirata d' ogni senso critico e privata da ogni legame di appartenenza sociale. Senza memoria, senza radici l' indignazione è bolsa se non ridicola e pure falsa (nei mesi scorsi di guerra dai canali televisivi sono stati epurati tutti quelli che avevano opinioni contrarie alla guerra e all' invio di armi in Ucraina e non abbiamo assistito a tanto lacerar di vesti). Poi alla fine, come nella trama delle migliori farse, il colpo di scena, Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, pubblica anch' essa nella sua pagina social, questo intervento mostrando " il re nudo" della società dello spettacolo e insieme, che l' astuzia è diventata la qualità dominante in una società che adora " vitelli d' oro" sfiduciata d' ogni futuro che sia lotta e impegno.

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