PERUGIA - Doversi adoperare, ancora oggi, affinché l’antifascismo che sta alla base della Costituzione italiana diventi patrimonio di tutti gli italiani, non fa onore alla storia del nostro Paese e nemmeno a quanti persero la vita per combattere quella dittatura. Roberto Carpinelli, capogruppo del Pdc a Palazzo Cesaroni, commenta così le affermazioni con le quali Giorgio Corrado, esponente di spicco di An, esorta sulla stampa a farla finita con l’antitesi fascismo - antifascismo. La Costituzione italiana, osserva Carpinelli “nasce dall’antifascismo, perché scritta da tutte le forze democratiche, comunisti in primis, che sconfissero il regime autoritario. Essere antifascisti non è certo un’opzione, ma un dovere di tutti coloro che si riconoscono nella nostra carta fondamentale. Dire di riconoscersi nella Costituzione italiana e, nello stesso tempo, proclamarsi non antifascista è una contraddizione in termini, perché è la Repubblica italiana, in quanto tale, ad essere antifascista. Dopo aver spiegato che, “né le foibe, né il terrorismo rosso, possono giustificare la difesa di una dittatura che, prima ancora di legarsi al carro hitleriano, cancellò la democrazia parlamentare, ammazzò Matteotti e i fratelli Rosselli, e che nella nostra regione, a Gubbio, permise, il 22 giugno 1944, che venisse consumata la terrificante tragedia della fucilazione di 40 innocenti per rappresaglia da parte dell’esercito nazista”, Carpinelli ammonisce: “Articoli come quello di Corrado incrementano un clima di odio e di violenza che, da quando la destra è tornata al Governo, purtroppo si è manifestato in diverse occasioni” e fanno emergere la vera natura “nostalgica” delle destre, più o meno riscontrabile: nel ‘penso a lavorare’ di Berlusconi, interpellato sull’antifascismo; nella Mussolini, che si dice orgogliosa di stare dalla parte sbagliata; ma anche nelle tesi di Corrado, un personaggio che vorrebbe pure candidarsi a Sindaco di Perugia”. Condividi [6]