Nel goffo tentativo di tirarsi fuori da ogni responsabilità per quanto riguarda l’acqua alta che ha paralizzato Venezia, procurando danni immensi alle attività economiche ed all’incommensurabile patrimonio culturale del capoluogo veneto e non solo, l’attuale governatore leghista di quella Regione (che è poi la stessa che ha fornito all’Umbria neo-colonizzata il nuovo assessore alla sanità) se n’è uscito giorni fa con quella che, se la situazione non fosse drammatica, potremmo prendere per una gustosa battuta, ovvero che la questione del Mose, il costosissimo sistema di "chiuse" che dovrebbe mettere al riparo la città Serenissima dai capricci di un mar Adriatico che, incattivito dai cambiamenti climatici, pare intenzionati a mangiarsi buona parte della terra ferma, sarebbe una questione di esclusiva competenza del governo nazionale, per cui la Lega non c’entrerebbe per nulla.

Ora, a parte che la Lega è stata a lungo anche al governo del Paese, prima con Berlusconi & soci ed ultimamente anche con i 5 stelle, per cui anche da quel lato una qualche responsabilità per quella fabbrica mangiasoldi l’ha certamente avuta, Zaia ci deve spiegare come mai al suo predecessore, Galan, nel 2014 furono sequestrati dalla polizia economica di Venezia, su disposizione del gip, qualcosa come 12,3 milioni di euro di mazzette. Somma che avrebbe poi reinvestito in appartamenti di lusso a Dubai e in fabbricati industriali in Veneto.

Orbene, la domanda che ci sorge spontanea al riguardo è la seguente: chi è quel fesso che ha investito così tanti quattrini per comprarsi uno che non contava niente?
Tanto più che Galan, che ha governato la regione Veneto prima di Zaia, con il sostegno di Forza Italia e Lega, messo alle strette, aveva patteggiato al riguardo una pena per corruzione a 2 anni e 10 mesi, ammettendo, così, le sue responsabilità. 

C’è qualche cosa che ci sfugge. Accetteremmo volentieri qualche chiarimento in merito da Zaia o chi per lui.

ep.

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