Il Pd in questi giorni viene rappresentato come un gruppo, fermo in mezzo al guado, in attesa di decidere se stare all’opposizione non rendendosi conto che il 4 marzo gli italiani gli hanno conferito una quantità di voti che lo colloca al secondo posto fra i partiti partecipanti alla competizione elettorale.

Un secondo posto determinato dalla perdita di molti consensi attribuibili al fatto che durante il suo Governo è riuscito a deludere tutti: il mondo del lavoro, il mondo dei pensionati, la scuola, la sanità e i provvedimenti presi sulle banche. S’è incartato nella legge elettorale ed è riuscito a scontentare soprattutto quei ceti storicamente orientati a sinistra, determinando un malessere sociale e una sfiducia verso le classi dirigenti, esiti già latenti in fase delle più recenti consultazioni elettorali amministrative e referendarie. Pur tuttavia è ancora il secondo partito.

La sua débâcle di voti ha trascinato nell’insuccesso anche le formazioni a sinistra del Pd (Liberi e Uguali, Potere al Popolo, Partito Comunista). Liberi e Uguali ha operato tardivamente, non riuscendo a trasmettere il proprio messaggio. Nonostante tutto LeU è entrato in Parlamento ed è la 4^ forza e questo è un dato positivo da non trascurare.

La partita in gioco per il futuro degli italiani è alta ed è oltremodo necessario essere in campo perché la crisi che ha accentuato disparità e disuguaglianze e accresciuto fattori di precarietà e insicurezza di lavoro, di reddito, di tenore di vita sia superata in tema di coesione sociale, di rivisitazione del welfare e di politiche a cui non ci si può sottrarre restando fermi in posizione di attesa.

Il Pd deve essere protagonista perché lo deve a tutti quelli che gli hanno creduto.

Anche LeU è chiamato a fare la sua parte partecipando alla formazione di una coalizione forte di Centro Sinistra, anche se in un loro documento locale considerano l’esperienza di centro sinistra superata.

Il Centro destra è la coalizione che ha raccolto maggiori consensi (37%) non sufficienti ad ottenere la maggioranza (40%), è composta da tre partiti che sono divisi su tutto o quasi tutto, ma che riescono, contrariamente alle forze di centro sinistra, a trovare una sintesi e a superare i vari distinguo.

Il Movimento a 5 stelle è il primo partito e pur correndo da solo ha raggiunto l’ottimo risultato del 32% e per questo resta molto lontano ad una maggioranza in Parlamento. Si è sempre dichiarato contro qualsiasi alleanza o contratto che dir si voglia, ma senza questa non va da nessuna parte.

Sta alla Sinistra nel suo complesso ad entrare in partita per condizionare le scelte e per veicolarle a favore del bene della collettività. Una sinistra plurale e una coalizione di centro sinistra che chiuda la pagina delle divisioni.

In questi giorni circola la presunta divisione nel Pd tra chi vuole stare all’opposizione e chi vuole andare al Governo; ciò che occorre invece definire le politiche programmatiche ed i contenuti chiari e comprensibili sulle cose da fare che servono a stimolare tutti. Su questi temi vanno affrontati sia il M5S che il Centro Destra. Alla cima dei pensieri deve esserci il:

- tema del lavoro con la diminuzione del cuneo fiscale per favorire, in modo strutturale, le assunzioni a tempo indeterminato;
- problema delle pensioni, con alcune correzioni fatte con urgenza alla legge Fornero per eliminare le maggiori ingiustizie presenti nell'attuale sistema.

Per quanto riguarda le elezioni comunali del 10 giugno 2018, a Terni, il Pd, Liberi e Uguali, Potere al Popolo, Partito Comunista, socialisti e movimenti di Sinistra debbono necessariamente trovare l’unità per poter sperare nel ballottaggio.

In caso contrario significa andare verso “il suicidio politico”.

 E’ difficile, ma occorre provarci nella consapevolezza che questa è la sola strada da percorrere per evitare che dopo la batosta del 4 marzo, si aggiunga, anche, quella per il futuro governo di Terni e dell’Umbria.

Per far rinascere la Sinistra si dovrà tornare in mezzo alla gente, ascoltarla per conoscere e dare concrete risposte ai loro problemi e attese. Durante le elezioni politiche il Pd è apparso frazionato e a pagarne le conseguenze sono state le persone in lista.

L’unica strada è l’unità, partendo dalle idee e dalla concretezza del programma e dalla scelta di un candidato a Sindaco, funzionale al programma, ed in grado di rappresentare tutte le componenti della Sinistra ternana.

 Anche le candidature consiliari e le eventuali liste civiche aggregate dovranno ispirarsi a tale progetto.

 Occorre preparare un programma di innovazione, ricco di discontinuità, di merito e di metodo, con il passato e, soprattutto, ritornare ad essere aperti al rapporto con la gente e attenti ai problemi reali della città, a partire da quello del lavoro. È giunto il momento di passare a una discussione sui contenuti e aprire il dialogo con le associazioni, il volontariato, la società civile nel suo insieme, per restituire a Terni la rappresentanza che merita.

E’ fortemente necessario superare la logica di una sinistra preoccupata di mettere insieme i cocci e di fare calcoli numerici senza rivolgersi ai bisogni concreti delle persone con un linguaggio comprensibile e credibile, puntando prima di tutto alle idee, all'unità e alla collegialità. Questo è l’unico modo per non andare incontro ad un altro colpo micidiale.

Il Segretario Ing. Giocondo Talamonti

Il Presidente On. Mario Andrea Bartolini

 

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