ASSISI - Dopo l’iniziale ed inevitabile amarezza con cui abbiamo appreso la notizia, si impongono alcune brevi considerazioni sulle dimissioni da Consigliere Comunale di Franco Matarangolo

In un momento così serio e cruciale per il destino del Comune di Assisi, intanto si rimane sconcertati di come il terremoto determinato dalle dimissioni per motivi politici di Franco Matarangolo, non solo da consigliere comunale ma addirittura dal PD, non abbia suscitato ancora una reazione pubblica da parte di nessuna figura del partito di appartenenza o dell’amministrazione.

Come può lasciare indifferenti la fuga da ‘questa fase’ politica da parte di chi, per circa due anni, si è battuto per l’affermazione dei valori della sinistra e per il bene comune della nostra Città,  si è fatto garante e ha ispirato, difeso, coordinato il consenso in contesto politico – amministrativo, le cui fragilità si mostravano sin dai primi istanti e che impegnava il consiglio ad un certo tipo di patto con la città?

Queste furono le parole pronunciate da Matarangolo all’atto dell’insediamento del Consiglio Comunale:

… Non vorremo sembrare irriverenti, ricordando la morale della fiaba della rana rupta et bos, ma possiamo sommessamente ricordare che gli uomini, e oggi possiamo aggiungere le donne, soli al comando in questo paese non hanno mai avuto fortuna duratura.

Questo lo diciamo non per manifestare al neo eletto sindaco la mia sfiducia prima ancora di cominciare, ma per farLe capire che sono disponibile, come consigliere comunale, a collaborare, ma in un contesto di pari dignità politica e con la condivisione preventiva delle scelte amministrative che si andranno a fare.

La scelta di oggi non è quindi un fulmine a ciel sereno, ma giunge alla fine di un percorso che evidentemente non ha seguito il metodo richiesto e non ha dato i frutti sperati.

Abbiamo messo a disposizione il nostro tempo, l’entusiasmo, la voglia di agire e fare per il bene comune ed oggi ci sentiamo demotivati e a disagio per l’andamento del Governo della Città e perché abbiamo compreso che non c’è spazio per la discussione, né per le critiche o le voci fuori dal coro, e non c’è possibilità di incidere sulle decisioni già prese in partenza.

Da questa vicenda chi ne esce sconfitta è la maggioranza che amministra la nostra Città e che dopo un inziale entusiasmo ha assecondato esclusivamente pressioni esterne, privilegiando l’apporto di personaggi che hanno sempre avversato la politica di cambiamento. Le azioni di governo, almeno quelle che abbiamo apprezzato, sono apparse delle manifestazioni estemporanee più che il frutto di un disegno politico di più grande respiro.

Oggi il governo cittadino perde il supporto competente e qualificato di Franco Matarangolo, che mai si è tirato indietro ogni volta che è stato coinvolto.

La più cocente sconfitta la patisce però il PD, che dopo un iniziale balbettio di critica politica all’atto dell’insediamento della giunta, non è mai stato protagonista della vicenda politica – amministrativa, mostrandosi sempre prono ad ogni decisione della Prima Cittadina e disimpegnandosi a gestire esclusivamente le dinamiche delle “conventicole” regionali, incurante dei problemi della gente.

Il silenzio di queste ore sulle dimissioni, la dice lunga sulla effettiva preoccupazione del PD di fronte a questo disimpegno: ora sono tutti più sollevati dopo una lunga sopportazione….

Il PD si è via via isolato dal contesto politico e sociale per rinchiudersi in una cerchia sempre più ristretta; un abbandono di questa portata non potrebbe non mettere in discussione chi ha condotto operativamente questo percorso e anche gli itinerari sino a qui prospettati.

Il PD ha perso da tempo la sua vocazione principale: "essere una comunità". Comunità aperta, che tenta di coinvolgere i cittadini che quotidianamente, spesso intimoriti e un po' prevenuti, si avvicinano alla politica, anche senza una tessera di partito, ma che vorrebbero essere coinvolti nelle decisioni, non subirle in virtù di un "bene superiore", non condiviso e tanto meno noto, che guarda caso penalizza spesso le fasce più deboli

Con le dimissioni di Matarangolo e con il venir meno di una voce autorevole laica e di sinistra, si realizza nei fatti uno spostamento a destra dell’asse politico della maggioranza di governo cittadino.

Guardiamo con preoccupazione a questa nuova fase, per certi versi caratterizzata da, impreparazione e pressapochismo, ma siamo certi che, poichè la politica è passione, è impegno, è sofferenza, è determinazione, è delusione e gioia allo stesso tempo, è sangue e .......lacrime, sin da subito e per il futuro, al campo progressista della città non mancherà la lucida analisi politica ed il contributo fattivo di Franco Matarangolo.

Auspichiamo in un momento successivo di sintesi e di incontro tra tutti i progressisti, i Democratici disorientati, che superando le logiche di appartenenze a filiere o gruppi, più o meno rappresentati o rappresentativi, possano varcare lo steccato e ritrovarsi insieme, questa volta convintamente, a rappresentare una forza politica di governo moderna e riformista.

Ettore Anselmo – Articolo Uno - MdP

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