Ci siamo davvero stancati di dover parlare di scuola per queste fesserie.

Un ministro dell’Istruzione che interviene per proteggere non i crocifissi appesi al muro ma le statue della Madonna e di vari altri santi e papi esposti in una scuola pubblica è fuori da ogni decenza istituzionale e ogni ragionevolezza.

I crocifissi quantomeno forse sono protetti da leggi fasciste salvate poi da sentenze della Repubblica fatte da spregiudicati legulei acrobati che pur di salvare capra e cavoli sono arrivati  a definire gli stessi “simboli di laicità”, cosa che dovrebbe dar fastidio più ai cattolici che agli “altri”.

Ma no, questo non basta. In questi giorni, il ministro, o la ministra che dir si voglia, è intervenuta per salvare finanche le statue di papi e santi esposte in una scuola pubblica che un dirigente scolastico, correttamente, aveva fatto rimuovere. Correttamente perché la Scuola non è una chiesa.

A scuola si studia, in chiesa si prega. Cos’é che non è chiaro in questo concetto lapalissiano?

Quando è troppo è troppo, e non lo diciamo per quei quattro gessi esposti da qualche devoto che confonde la libertà religiosa con l’ostentazione e la colonizzazione clericale degli spazi pubblici (differenza che evidentemente sfugge anche al ministro visto che la sentenza del Consiglio di Stato a cui si appella parlava per l’appunto di crocifissi alle pareti, non dell’esposizione di tutto il feticismo cattolico), ma lo diciamo perché è intollerabile che nella attuale situazione della scuola pubblica il ministro si interessi di una faccenda ridicola come questa.

Certo, sono ridicoli in primis gli organi di stampa nazionali che danno rilievo al fatto.

Sono ridicoli anche i genitori che si preoccupano che a scuola ci siano le statue dei santi e non che i loro ragazzi sono stipati in aule degne dell’allevamento intensivo, che non abbiano più le strutture per fare educazione fisica, che nei libri di scuola c’è scritto che a bordo della Stazione Spaziale  Internazionale si “galleggia” perché la gravità e al 90% di quella terrestre (cosa che ha fatto arrabbiare anche Samantha Cristoforetti).

Ma che un Ministro dell’istruzione esprima pubblicamente una reprimenda perché un dirigente scolastico ha fatto solo il suo dovere solo per garantire qualche equilibrio politico nel suo partito e nella sua coalizione in una situazione del genere è davvero surreale.

Per favore, qualcuno ci invada e ci colonizzi al più presto, che non possiamo più. Preferiremmo un paese del Nord Europa, ma per come siamo messi non possiamo fare certo gli schizzinosi.

Alessandro Chiometti

Condividi