CURI INAGIBILE, IL COMUNE FALLISCE ANCHE NELLO SPORT. E NON SOLO NEL CALCIO
Un grande striscione appeso dentro il Curi. È la sentenza definitiva dei tifosi contro l’assessore allo sport Pastorelli. Una sentenza alla quale c’è poco da aggiungere: “Il Curi con l’inagibilità, Pastorelli vergogna per la città”. 
Il Perugia è tornato a giocare in Serie B e i tifosi vorrebbero tornare allo stadio ma solo pochi potranno farlo, perché il Curi è stato dichiarato inagibile al 50%. Per motivi di sicurezza.

Il Comune ancora nelle settimane scorse aveva annunciato lavori di manutenzione, ma evidentemente erano chiacchere. Erano state promesse novità per settembre, dei finanziatori. Ma tutto tace. Nonostante tutto il tempo avuto a disposizione durante la pandemia non è stato calendarizzato nessun intervento di manutenzione straordinaria e ora la città si ritrova a campionato iniziato con mezzo stadio inagibile.
Incapacità e sciatteria al potere, mancanza di un minimo di capacità di previsione e di programmazione. E ormai non ci sono più scuse: sono alla guida della città da sette anni.
Purtroppo bisogna ripete sempre le stesse cose: Perugia sta affondando sempre più. Guardate che anche uno stadio è una cosa importantissima per una città. È un segnale, una spia della salute e, se vogliamo, della ricchezza di una comunità. 

Come si farà ad ospitare partite che speriamo saranno anche importanti perché la squadra andrà bene? Che diremo ai tifosi ospiti? Che non possiamo farli entrare perché lo stadio è in rovina? Invece di fargli vedere la partita li mandiamo in processione a visitare il fascio littorio del mercato coperto?
Che figura ci fa una città che ha una tradizione come Perugia? Ma non si vergognano il sindaco e la Pastorelli? 
Ma del resto l’assessore al Commercio (chiedere anche ai commercianti che cosa pensano di lei) è nota più per aver interpretato la controfigura dello sciamano che assalì il Campidoglio di Washington che per qualche decisione sensata o innovativa che riguardi le materie di sua competenza: lo sport e il Commercio. 

Gli stadi, il Curi in modo particolare per come è nato e per quello che rappresenta, sono patrimoni storici delle città e luoghi simbolici, piaccia o no quello che è il calcio per una comunità. Non tenerne cura è davvero un delitto.
Ma io qui voglio accennare a due episodi minori, che riguardano ancora lo sport e dunque ancora la Pastorelli. Sono episodi vecchi di qualche mese ma sono importanti anche loro perché testimoniano di come la nostra città stia progressivamente perdendo anche il suo “status” di capoluogo e vantaggio di altre città. Città minori. E non è per campanilismo.
Tutti hanno visto che quest’anno il Giro d’Italia è tornato in Umbria. Ma forse solo gli appassionati più navigati si sono accorti a Perugia è toccata la partenza di una tappa. L’arrivo è stato a Foligno. 

Chiunque segua il ciclismo sa che la partenza di una tappa non la segue nessuno: né in tv né dal vivo. All’arrivo invece c’è la telecronaca e la città dove viene posto il traguardo gode di una straordinaria visibilità. Però bisogna crederci e volerlo l’arrivo della tappa.
Secondo episodio, ancora più nicchia se vogliamo, ma che ha fatto inviperire, sempre nei confronti della Pastorelli gli appassionati di auto d’epoca. Da quasi cento anni a giugno si tiene a Perugia la storica “Coppa della Perugina”, una passerella che richiama moltissimi curiosi e appassionati, anche da fuori regione, che impazziscono a vedere sfilare le vecchie auto. 
Bene, anche quella manifestazione è stata di fatto trasferita, anzi svenduta, a Foligno.

Perché perdere una manifestazione che per la città era una notevole occasione di visibilità e che assicurava la presenza di migliaia di persone? Quale motivo ha spinto l’assessore Pastorelli ad acconsentire a questo trasferimento? Forse un omaggio a qualche uomo politico del suo partito molto forte nell’area Foligno-Spoleto?
Degli equilibri nel centro destra cittadino e regionale personalmente non me ne importa niente. Mi importa che forse anche a causa di queste diatribe e tensioni Perugia venga svenduta pezzo per pezzo. 
E nel caso del Curi svendono i gioielli di famiglia.    

 Gruppo PD Perugia Francesco Zuccherini Nicola Paciotti Sarah Bistocchi Elena Ranfa Fabrizio Croce Lucia Maddoli Erika Borghesi

 

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