Di MAIO, LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO
La valutazione della scissione di Di Maio passa inevitabilmente, per il tasso di coerenza del personaggio, della sua affidabilità personale e quindi politica, del fascino delle istituzioni e del potere che ha subito e cambiato.
Per fare una valutazione oggettiva occorre risalire non di molto, al 2017, al parole pronunciate dal leader di 'Insieme per il futuro':" Oltre ai furbetti del cartellino, abbiamo i voltagabbana del Parlamento. Un vero e proprio mercato delle vacche che va fermato. Per il M5S, se uno vuole andare in un partito diverso da quello votato dagli elettori, si dimette e lascia il posto ad un altro, come in Portogallo e nella civilistica Gran Bretagna. In Italia se ne fregano, una volta che sono in Parlamento, gli elettori non contano più nulla, conta la poltrona, il mega stipendio, il desiderio di potere. Molti governi si sono tenuti in piedi e hanno fatto le peggiori leggi proprio grazie ai voltagabbana. Da Monti a Letta, da Renzi a Gentiloni, le leggi più vergognose della storia della Repubblica si sono votate grazie ai traditori del mandato elettorale:Fornero, Jobs Act, Buona scuola. Chi non vuole stare più nel movimento va a casa. Se non lo fa tradisce gli elettori, causa un danno e deve risarcire. Vieni eletto e cambi partito? Devi pagare 150 mila euro. Chiamatelo come volete: vincolo di mandato, serietà istituzionale, rispetto della volontà popolare. Hai il diritto di cambiare idea, ma se lo fai torni a casa e ti fai rieleggere".
Così parlava Di Maio, non è difficile capire il profondo cambiamento che ha subito da quando rilasciava queste dichiarazioni a oggi che ha compiuto atti diametralmente opposti.
Comunque se finisce il percorso del M5S, resta immutato l'urgenza della risposta al bisogno di cambiamento, rinnovamento e trasformazione presente nel Paese.
 

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