Ci risiamo, di nuovo la lingua batte dove il dente duole e per la chiesa cattolico-apostolico-romana, quel dente si chiama libertà sessuale. Sembrava che papa Francesco volesse superare i suoi predecessori, aveva dato l’impressione che non avrebbe ficcanasato sotto le lenzuola di nessuno e nessuna e invece eccolo là, al convegno tenutosi nei giorni scorsi nella cappella Redemptoris Mater, dove un residuo medioevale come padre Raniero Cantalamessa (nomen omen) illustra ai clerici di alto rango come bisogna combattere il sesso, la sua libertà, sgorgata da quella che lui indica come il male assoluto, ovvero la “rivoluzione del 68”. Quei moti giovanili, studenteschi e non solo, certamente squassarono a fondo la società del tempo e non solo in Italia. Cantalamessa allarmato e tutto arrossato in volto, ha gridato che il ’68 è stata una «rivoluzione contro Dio».

Intanto caro il mio prelato, bisogna dimostrare con certezza scientifica l’esistenza di questo padreterno. Poi bisogna avere prove inoppugnabili, testimonianze certe, su come la pensa questo Dio in fatto di sesso e fantasie connesse a esso. Sì perché, poiché nessuno l’ha mai incontrato, affermare che il ’68 è stato una rivoluzione contro di lui, è assai arduo. Ovviamente tutto ciò, se si vuole restare nell’ambito di un’onestà intellettuale e di un rispetto verso l’altro. Per essere ancora più preciso: Dio e tutti i padreterni, così come gli Dei dell’Olimpo, a tutt’oggi rimangono delle invenzioni, certamente affascinanti, ma solo immaginazioni. Certo la musica del ’68 e dintorni (il Rock e il blues) la chiesa l’ha definita musica del diavolo, così come quel discutere collettivamente tra ragazzi e ragazze di politica e anche di sessualità, rappresentò una sconfessione, uno smascheramento delle false ideologie religiose o filosofiche e dei tanti luoghi comuni che fin lì da secoli, l’avevano oppressa e svilita, attraverso e soprattutto la negazione dell’identità femminile.

“Una rivoluzione contro Dio e talvolta contro la natura umana», ha chiosato Cantalamessa che in un crescendo rossiniano ha esternato: “La sessualità non è più pacifica», ma una «forza ambigua e minacciosa» che ci trascina «contro la legge di Dio, a dispetto della nostra stessa volontà».

Questi i concetti espressi dal prelato. Sono ossessionati i clerici, dal fatto che, come scrivono in un loro saggio la Fulgosi e la Di Sabatino, “nella dialettica con l’altro sesso entrano in gioco la sensibilità e gli affetti più intimi e nascosti, e non è semplice orientarsi nell’intreccio delle dinamiche uomo donna: sono infatti tante le bugie sul movimento irrazionale delle passioni che, nella storia, è stato sempre demonizzato e svuotato del suo vero significato”.

E’ questa complessità che suscita continuamente nuove domande per soddisfare i naturali bisogni che sempre più affiorano nella mente di tutti, grazie alla cultura e all’autodeterminazione che ognuno di noi è sempre più in grado di auto regalarsi. Ma quello che rimane più insopportabile è quell’ergersi da parte della Chiesa, a maestra di vita, riproponendo quel S. Paolo, noto per la sua misoginia, che ordinava alle donne di obbedire sempre all’uomo, in quanto esseri inferiori. E sempre restando nel solco appena tracciato, potremmo parlare della condotta sessuale, delle perversioni anche violente, della lussuria più sfrenata, vizi che da sempre affliggono il clero  e talvolta anche i papi.

I fatti di cronaca, i tanti libri scritti su questo aspetto della vita sacerdotale non sono che un mettere il luce una caratteristica che da sempre ha contraddistinto la loro esistenza, quella che loro chiamano vocazione. L’ossessione fino alla paranoia di cui sono afflitti gli uomini di chiesa, che il piacere sessuale distogliesse dal piacere della contemplazione divina.

“Per rompere questa specie di narcosi e di ubriacatura di sesso», ha tuonato Cantalamessa, “occorre ridestare nell’uomo la nostalgia di innocenza e di semplicità che egli porta struggente nel suo cuore». Cioè ritornare al bel mondo di quando i bambini nascevano sotto i cavoli o li portavano le cicogne…

Renato Casaioli

Condividi