Giampaolo Ceci

I “gonzi” esistono? È evidente che ci sono, ogni tanto ne incontriamo qualcuno.

Ma, se esistono e sono tra noi, siamo certi di non fare parte noi stessi, seppure inconsapevolmente, della categoria?

Del resto come fa “un gonzo” a rendersi conto di esserlo? Se è “un gonzo”, probabilmente avrà difficoltà a rendersene conto, altrimenti non lo sarebbe, non pare anche a voi?!

Purtroppo l’imbecillità è come l’ignoranza. Non sappiamo ciò che non sappiamo e quindi siamo certi di sapere TUTTO, fintanto che non ci si imbatte in qualcuno che ci mostra quello che non sapevamo. Solo allora prendiamo coscienza della nostra ignoranza e s’insinua un impertinente dubbio che mina le nostre incrollabili certezze da ex gonzi.

E ... SE AVESSE RAGIONE LUI…? Il veemente tentativo di cercare sempre di convincere gli altri dei nostri convincimenti, lascia gradatamente il posto al desiderio di comprendere le ragioni degli altri.

Il desiderio di "parlare" gradatamente viene sostituito da quello di "ascoltare".

La cosa non è nuova, già Socrate diceva: "Tutto ciò che so, è che non so nulla". Ma Socrate era un saggio. Molti di noi invece ancora oggi credono si sapere tutto. E’ tra loro che bisogna cercare, per trovare i veri “gonzi”.

La storia dell’uomo è piena di convinzioni e certezze … molte si sono rivelate false, se non addirittura ridicole. Eppure molti ci hanno convintamente creduto e altri ci credono ancora!

Gli antichi egizi credevano che il faraone fosse il figlio del sole. Era ovvio…, perché mai non avrebbe dovuto esserlo; lo afferma proprio lui, … che è il figlio del sole, e quindi non può essere che vero!!! Logica sconcertante per gli antichi “gonzi”.

La terra è piatta? Ma, più evidente di così! Mica gli oggetti rotolano da soli!! Come contestare una tale evidenza!!

Oggi scopriamo una altrettanto evidente ovvietà: come quella che si debba abbattere lo spread per salvare la nostra economia o che il debito pubblico sia una iattura da evitare ad ogni costo, o che il disavanzo non debba superare il 3% del PIL!

Ma, se crediamo a tutto acriticamente senza capire, senza sapere  ... allora il dubbio che i “i gonzi” siamo davvero noi, diviene un dubbio concreto! Quando esprimiamo una “nostra” valutazione, siamo proprio sicuri che sia “nostra”?

I nostri convincimenti nascono davvero da una consapevole e ragionata valutazione dei fatti? Possediamo le conoscenze culturali di base per elaborare una consapevole valutazione critica?

C’é libertà in una scelta inconsapevole o artatamente indotta da un sapente messaggio ripetuto all’infinito o da un autorevole personaggio che stimiamo, perché diventi convincente? Come ovvio era che il faraone era figlio del sole?

Si apre un dubbio: chi non conosce tutte le possibili alternative, è davvero un uomo “libero” delle sue scelte?

La vera libertà di scelta avviene solo quando si conoscono tutte le alternative possibili, altrimenti non è una scelta consapevole, ma una scelta limitata a ciò che si conosce e quindi potrebbe non essere la migliore possibile.

Basta avere una conoscenza vasta per fare la scelta migliore o bisogna possedere anche la capacità di comprendere se le informazioni che abbiamo poggiano su ragionamenti logicamente connessi?

Qui la questione diviene ancor più complessa perché, se la conoscenza di tutte le ipotesi possibili è difficile da ottenere, la capacità di capire se le scelte possibili lo siano realmente è frutto di un ragionamento che solo chi ha capacità logiche può valutare.

Un ragionamento da un punto di vista logico è corretto solo se l’analista, che valuta il ragionamento, padroneggia egli stesso le regole della logica e riesce ad evidenziare i passaggi illogici o comunque le deduzioni non sequenziali al 100%.

La vera libertà di pensiero e di giudizio quindi si conquista in due modi: il primo è quello di essere padroni della logica, il secondo è quella di possedere la totale conoscenza delle questioni su cui dobbiamo esprimere le nostre valutazioni.

Se non si conoscono TUTTE le possibili alternative, la scelta è evidentemente ristretta a quelle note e quindi potrebbe non essere la migliore.

Se non si padroneggia la logica si valutano scelte sbagliate credendole possibili.

Ecco perché chi ha l’onere di governare, se non vuole avere problemi legati al convincimento che genera il consenso, preferisce che “gli altri” siano degli emeriti ignoranti privi d’intelligenza, come noi “gonzi”, appunto.

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