Il mio primo ricordo delle Olimpiadi è la finale dei 100 metri di Seul. Evidentemente sui giornali e in televisione si parlava moltissimo del duello tra Carl Lewis e Ben Johnson, perché quando arrivò il momento della gara avevo grandi aspettative. Fino ad allora per me lo sport era stato solo calcio, ciclismo e tennis, ma il clima olimpico aveva in effetti qualcosa di unico e impareggiabile.

Lewis era americano, bello ed elegante, quindi io tifavo Johnson, che era canadese, e aveva grandi occhi bianchi nervosi. I suoi muscoli erano gonfi all'inverosimile, più di quanto lo ritenessi possibile per i muscoli di un essere umano. Johnson vinse, gli americani ingoiarono amaro, io mi dedicai alle unghie della Griffith e all'asta magica di Sergej Bubka.

Quando tre giorni più tardi Johnson fu squalificato per doping nessuno si stupì più di tanto, e io scoprii l'esistenza stessa del doping. Negli anni successivi quasi tutti i concorrenti di quella finale avrebbero avuto guai più o meno seri con le sostanze dopanti, Lewis, al netto della benevolenza delle autorità statunitensi, incluso. Sul doping nello sport è stato già detto e scritto moltissimo, e che periodicamente se ne torni a parlare, specie in occasione di exploit eccezionali, mi pare inevitabile.

Domenica, appena ho visto Jacobs, ed era la prima volta che lo vedevo in vita mia, ai blocchi di partenza, ho pensato che i suoi muscoli fossero straordinariamente gonfi. Mi è venuto subito in mente Johnson, trentatré anni fa. Ma poi la gara è cominciata, e devo ammettere di essermi sinceramente emozionato a vederlo vincere: non tanto perché fosse italiano, credo, ma perché il fatto che fosse italiano rendeva ciò a cui avevo appena assistito qualcosa di incredibile e indimenticabile.

Poi l'abbraccio con Tamberi, una meraviglia. Nell'ateltica, così come nel ciclismo, le illazioni sul doping sono davvero all'ordine del giorno. Quella gente fa una fatica tale che, lo confesso, io ogni tanto mi trovo quasi a dirmi che in fondo, se lo facessero tutti allo stesso modo, non ci sarebbe nemmeno troppo di male. Poi però mi censuro, la tentazione dell'indulgenza passa in fretta. Comunque non mi pare che esistano elementi per ritenere che Jacobs sia dopato, quindi chi, sui giornali o comunque pubblicamente, insinua che lo sia dovrebbe, credo, aspettarsi qualche denuncia per diffamazione. Nel caso in cui le denunce non partissero allora comincerei forse a preoccuparmi un po'.

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