L’educazione consente di creare ponti, di rendersi inclusivi e disponibili e, per la sua affermazione, devono fare la propria parte i mass media, la scuola, l’Università, le Istituzioni, le forze sociali, i partiti politici, i singoli etc.

E’ il tempo di moderare i toni, riconoscere le competenze e la serietà di tutti coloro che si spendono per essa andando oltre ogni steccato ideologico.

I media dovrebbero assumersi l’impegno di oscurare personaggi e trasmissioni che usano un linguaggio scurrile o violento e mancanza di rispetto verso gli interlocutori e il prossimo.

Ai media spetterebbe anche il compito di stigmatizzare quei comportamenti, spesso comuni nelle istituzioni, in cui lo scontro per il bene della collettività travalica il rispetto reciproco dei componenti la maggioranza e la minoranza e di chi rappresenta le istituzioni.

Nella scuola ciò che succede nei confronti degli insegnanti richiama tanti aspetti della nostra quotidianità:

1 - Il buonismo utilizzato in famiglia, sempre e in ogni caso, nei confronti dei propri figli;
2 - Le responsabilità di alcune frange di docenti;
3 - Lo svilupparsi di baby gang;
4 - I genitori che si fanno paladini dei propri figli, magari usando gli insulti e anche le mani contro gli insegnanti;
5 - Il bullismo e il cyberbullismo dei ragazzi nei confronti dei propri compagni e docenti attraverso i video girati con cellulari e poi messi in rete.
6 - Scritte violente sulle pareti degli edifici scolastici, delle aule e dei servizi igienici, parolacce e bestemmie gridate nei corridoi durante gli intervalli e nelle aule.

La figura dell’insegnante ha perso via via autorevolezza e prestigio anche perché è maltrattato sul piano economico, giuridico e sociale. Alcuni esempi del disagio che, quotidianamente e in ogni luogo, li coinvolgono:

a) Alessandria. Una professoressa con difficoltà motorie viene legata ad una sedia e presa a calci da alcuni alunni.
b) Avola, nel casertano. Il professore di educazione fisica viene picchiato dai genitori di un alunno.
c) Palermo. La maestra colpita con un pugno in pieno volto dal genitore dello studente dopo essersi lamentata per le numerose assenze dell’allievo.
d) Lucca. Studenti responsabili di azioni volte ad umiliare e dileggiare il professore.
e) Firenze. Un ragazzo colpisce con i pugni la professoressa che gli aveva chiesto di consegnare il cellulare.
f) Santa Maria a Vico, provincia di Caserta. Un 17enne sfregia con un coltello la docente, responsabile secondo il suo parere di insistere nella pretesa di sostenere un'interrogazione.
g) Pesaro, al professionale Benelli una classe voleva dar fuoco al professore!
h) Pontedera (Pisa). Uno studente di 17 anni punta con una pistola la testa dell'insegnante intimandogli di alzare le mani, davanti a tutta la classe.

Altri casi simili si sono verificati a Treviso, Siracusa, Foggia.

Per evitare che si diffondano psicosi e tossine pericolose per la vita di una comunità, si dovrebbe essere inflessibili nel reprimere ogni comportamento illegale sia dei genitori sia degli studenti con misure e sanzioni tempestive. Anche perché qualsiasi atteggiamento concessivo porterebbe l’opinione pubblica ad atteggiamenti diffidenti e ostili verso le istituzioni.

Non si condivide la decisione di punire gli studenti sospesi dalle lezioni con alcune attività di volontariato a favore degli anziani.

Ci si rende conto che il volontariato moderno ha fatto passi in avanti richiedendo veri esperti e veri conoscitori delle problematiche?

Ci si rende conto che gli anziani come tutte le persone con difficoltà hanno bisogno per le loro cure di professionisti?

I dilettanti non sono più accettati anche nello Sport che richiede tecnici preparati e non improvvisati. Ciò vale per tutte le alternative “socialmente utili” come imbiancare, verniciare o fare anche piccoli lavori. L’esercizio di tali attività comporta la presenza costante di un tutor educatore e tali da non produrre un bel minimo infortunio.

E’ vero che la scuola è una agenzia formativa per eccellenza, ma deve rifuggire da tutti quei palliativi che non danno un segnale chiaro e fermo dell’educazione e dei comportamenti da tenere.

Una punizione per nulla esemplare, è un messaggio sbagliato per tutti gli altri studenti che rispettano la scuola e gli insegnanti.

Tutti i fatti descritti evidenziano quanto sia profondamente mutato il rapporto di fiducia tra scuola e famiglia.

Per tutelare l’insegnante, quale pubblico ufficiale, e la sua libertà di insegnamento occorre ritornare all’applicazione della normativa che prevede “la bocciatura” per chi presenta una insufficienza nel voto di condotta.

Un atteggiamento chiaro e deciso del Consiglio di classe può punire gradualmente i comportamenti e poi adottare pene severe laddove ci sono episodi di violenza conclamati.

Gli organi collegiali della scuola (Consiglio di classe, Collegio dei docenti e Consiglio d’Istituto) dovranno sempre più adottare azioni preventive, per il rispetto del patto i corresponsabilità formativa ed educativa che chiama in causa: personale della scuola, alunni e genitori.

Giocondo Talamonti

 

Condividi