PERUGIA - La lunga questione che appare infinita sulle problematiche socio-sanitarie di aeree divenute depresse come il Trasimeno-Pievese-Alto Orvietano, ma anche dell’ Umbria tutta, si e’ ulteriormente complicata a seguito scelte organizzative di politica regionale, le quali sono arrivate addirittura al Tar Umbria ed al Consiglio di Stato, che vedono amministrazioni pubbliche quali Regione e Comuni,ma anche Comitati in difesa della salute nel nome dell’articolo 32 della Costituzione Italiana, giunti a contrapposizioni drastiche e battaglie legali di cui fanno le spese i diritti dei cittadini.

La Regione Umbria ed il suo braccio operativo, la ASL, pagati dalla collettività, si sono impegnati, invece di dare ascolto a richieste e giuste rivendicazioni, in cause legali e costose contro le rivendicazioni di alcuni Comuni e dei cittadini che tra l’altro avevano avute riconosciute in prima istanza le loro ragioni dal TAR Umbro, consentendo la riapertura di servizi essenziali quali il Pronto Soccorso nell’area del Trasimeno-Alto Orvietano, in cui si erano, tra l’altro, verificati incidenti mortali.

Non si era mai arrivati nella storia della democratica regione Umbria a tutto ciò. Non è con le aule dei tribunali amministrativi che si governa un settore pubblico! In special modo quello della sanità. La legge 833/78, riforma sanitaria, ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale come universale e partecipato dalle comunità locali. Questa legge ha avuto il contributo di un amplissimo fronte politico, unito per una riforma tra le più importanti a livello mondiale. Tutto questo si sta sfaldando con un nuovo centralismo, quello regionale, che, utilizzando risorse pubbliche, impone un proprio modello organizzativo e solo formalmente partecipato, nel solo nome dei costi e di astratti modelli scientifici, facendo della salute una specie di merce da acquistare e degli operatori sanitari dei prestatori di opera a contratto.

E’ tempo di tornare alla difesa ed alla vera ripubblicizzazione condivisa del modello organizzativo gestionale, mettendo la centro la PERSONA e non la compatibilità economica decisa a tavolino, tra pochi. Diciamo no a questa visione ad alle politiche conseguenti. Chiediamo con forza, partendo dalle attuali situazioni che si sono create in particolare nell’Area del Tasimeno-Pievese-Orvietano, un deciso stop a questa contrapposizione ed alla apertura di un vero tavolo di confronto che riporti alle collettività i Servizi Pubblici Preventivi, Ospedalieri e di Riabilitazione, ridotti ai minimi termini, con strutture in perenne rifacimento, con una drastica diminuzione dei servizi offerti, in qualità e quantità.

Chiediamo ai consiglieri regionali di farsi carico di una immediata discussione .Chiediamo alla Giunta regionale una decisa azione e la riapertura di una nuova fase partecipata.

Simona Fabbrizzi (Segretaria Provinciale Sinistra Italiana)

Francesco Bindella (Portavoce Possibile Provincia di Perugia)

Oscar Monaco (Segretario Rifondazione Comunista Federazione di Perugia)

Giuseppe Mattioli (Sinistra per Perugia)

Fabio Sebastiani (P.C.I.Provincia di Perugia)

Luigino Ciotti (Sinistra Anticapitalista)

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