“Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista” nasce per rilanciare un programma e una politica di sinistra in Italia. Da troppi anni assistiamo ad un allontanamento dalla politica, in particolare dai più colpiti dalla crisi economico/finanziaria, che talvolta cercano rifugio in movimenti populisti o di centrodestra.

Coniugare globalizzazione e protezione sociale non è semplice ma una sinistra che subisce, accetta o addirittura propone ricette liberiste non assolve alla sua funzione. Questo purtroppo è avvenuto in Italia e non solo, da molti anni a questa parte.

“Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista” nasce per cambiare approccio, politiche e per inserire nella proposta politica, da sinistra, elementi di forte discontinuità.

Per questo abbiamo bisogno di una rilettura di questi anni, con l'obiettivo di rintracciare elementi per una riaggregazione della sinistra e non alibi per ulteriori sue divisioni.

E allora, se in questi anni vi è stato un allontanamento della partecipazione democratica e un deciso aumento delle diseguaglianze, una politica di sinistra dovrà affrontare la crisi della rappresentanza sostenendo che gli eletti non siano nominati ma vengano scelti dai cittadini e dovrà predisporre coraggiosamente programmi che riducano le diseguaglianze (patrimoniale, progressività fiscale) e coniugando la redistribuzione della ricchezza secondo criteri di giustizia sociale.

Se in questi anni sono venute meno molte conquiste sociali, una politica di sinistra non può non ridefinirsi ripristinando l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori e, più in generale, i diritti del mondo del lavoro nonché affrontare il tema della riorganizzazione della società alla luce della probabile e futura perdita di ruolo del lavoro umano.

Se in questi anni un altro problema è stata la bassa crescita e un eccessivo rigore di bilancio imposto dalle politiche dell'Unione Europea è necessario che la sinistra italiana ed europea riapra una discussione necessaria sui vincoli imposti dal fiscal compact.

Se in questi anni abbiamo assistito ad uno scellerato utilizzo del territorio, da sinistra, è importante proporre delle infrastrutture ambientali per la sua messa in sicurezza e valorizzazione.

L'elenco potrebbe continuare. Tutto questo per dire che un confronto sulle cose, scevro da qualsiasi rendita di posizione, può restituire al Paese una sinistra grande e ambiziosa.

Diversamente, sarebbe colpevole mancare questo dovere di ricercare convergenze, fondamentali per determinare una maggiore uguaglianza e giustizia sociale.

Dare gambe e credibilità a questa impostazione richiede uno strumento adeguato. Un insieme di forze politiche e movimenti che convergano su un unico programma e su una unica lista.

E' il minimo per essere credibili e per interessare soprattutto tanti cittadini che non votano più, che non partecipano più alla vita politica, evidenziando con questo un serio problema democratico.

A suo tempo si discuterà, sulla base dei programmi, anche di alleanze, ma adesso la priorità è riannodare i fili delle diverse sensibilità di sinistra. Diversamente continuerebbe un ruolo marginale e non incidente rispetto al cogliere problemi sociali ed economici che vive il nostro paese.

Alberto Bottini

NB. Questo articolo è stato pubblicato stamani sul quotidiano "Il Corriere dell'Umbria". Ringraziamo l'autore per averci concesso la ristampa.

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