25 APRILE, ANTIFASCISMO E RESISTENZA
La vicenda delle mozioni (una del Governo e l’altra dell’opposizione) approvate dal Senato merita un commento. Dal dibattito nella seduta
del 20 aprile emerge il rifiuto da parte della destra al governo di riconoscere i valori della celebrazione del 25 aprile: l’antifascismo e la
resistenza. Le minoranze (Boccia e Verini-PD, Barbara Floridia-M5S, PaitaAzione/Italia Viva, Unterberger-SVP e De Cristofaro-Sinistra italiana)
avevano presentato una mozione con il convincimento (un po' ingenuo) che sarebbe stata l’unica mozione del Senato. Ma così non è stato: la
maggioranza ha prodotto una propria mozione, che aggiunge a 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno altre date che nell’insieme sono un catalogo
della storia italiana. Paita osserva criticamente: “io non ho capito come mai dentro la vostra mozione non c’è mai, neppure una volta, la
parola “antifascismo”. Anche Spagnolli-SVP afferma: “non possiamo prescindere dal fatto che la parola venga usata”. Malan-FdI si incarica
di rispondere “nella Costituzione la parola antifascista non c’è”. La mozione del governo non considera centrale il 25 aprile: “dunque siamo
a favore della vostra mozione” conclude Malan “ma riteniamo che si debba essere ben coscienti del fatto che non vogliamo vivere in un
eterno 1944”.
Malan quando dice che nella Costituzione italiana non c’è la parola antifascismo rimuove un dato normativo – la disposizione finale XII
(“è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) – con il quale la Carta condanna il fascismo in tutte
le sue forme. E solo una benevola interpretazione della norma (vedi legge Scelba) ha consentito la nascita di un movimento neo-fascista, il
Movimento sociale italiano di Giorgio Almirante, dal quale derivano poi Alleanza Nazionale e Fratelli d’Italia. Si è verificato il paradosso - ricordato nel dibattito da Verducci-PD – che gli eredi della Repubblica di Salò poterono sedere in Parlamento accanto a coloro che erano stati perseguitati dal fascismo: “se avesse vinto lei” disse Vittorio Foa ad un parlamentare missino “io sarei ancora in prigione; avendo vinto io, lei è senatore della Repubblica e può parlare con me”. In tal modo il neofascismo ha potuto liberamente rifiutare la Costituzione e la democrazia, e misconoscere il valore della Resistenza. Il 25 aprile, dunque, non può essere riconosciuto da questa destra di governo perchè è l’erede di quel partito nazionalista che soppresse le libertà politiche e portò l’Italia al disastro della seconda guerra mondiale e all’occupazione tedesca, ma che alla fine fu sconfitto grazie alla resistenza (non solo militare ma anche civile) e agli eserciti alleati, come hanno ben evidenziato Verducci-PD e De Cristofaro-Sinistra italiana.
Mario Centini

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