Il discorso del premier Conti, l’ho ascoltato un po’ distrattamente, ma mi è sembrato una chiacchierata zeppa di luoghi comuni. Parafrasando De André, promesse tante, nessun impegno preciso. Per una volta mi trovo a condividere il giudizio che Toti ha dato su quelle parole: “Un discorso stile Cetto La Qualunque”. Una nota positiva in verità c’è stata, quando ha ricordato il povero ragazzo nero, ammazzato da un Killer a Vibo valentia. Per il resto un discorso privo di qualsiasi spessore culturale, nessuna ipotesi su che percorso far incamminare il Paese che ha tanto bisogno di cambiamento morale e materiale. Nessun riferimento ad una economia quella liberista, che come denuncia papa Francesco, svuota sempre più l’animo umano, riducendolo ad un numero funzionale al sistema. Poche ore prima le parole di Di Maio pronunciate l’altra sera dinnanzi ai suoi adepti, fanno più impressione. “Silenzio – ha gridato alla piazza infiammata per cotanta vittoria – Ora lo Stato siamo noi”. Ecco una frase così, mette bene in evidenza almeno due aspetti della personalità del novello statista ex venditore di biglietti per le partite di calcio. La prima è che lo scugnizzo, non ha mai letto un libro sul Diritto Costituzionale, altrimenti non avrebbe mai pronunciato una tale bestialità. Il Governo non è lo Stato, caro il mio giovanotto dalle belle speranze. Il Governo del Paese è una parte dello Stato, che comprende tanti altri poteri e contropoteri, che si bilanciano tra loro, per garantire la vita alla Democrazia. La seconda pulsione che quelle parole fanno intravvedere, è quella di una visione totalitaria. Attraverso la Piattaforma Rousseau, si scopre con una certa facilità, che i capi di questo movimento, non hanno nessuna simpatia per i corpi intermedi, rappresentati dai sindacati, dalle associazioni, da molte Istituzioni. Sono per la democrazia diretta. Insomma una riedizione del Balcone, dal quale il mascellone dagli occhi spiritati gridava: “Lo volete voi!!!!!” e la folla rispondeva in coro: “SI!!!!!”. Ecco quel balcone oggi è il Web, ognuno chiuso nella propria casetta, isolato dagli altri, senza nessun scambio di idee e confronto, ma solo un finto interfaccia con il leader dal sapore fideistico. Insomma una società atomizzata, dove il motto latino, “Del dividi e impera”, trova la sua piena applicazione.

Renato Casaioli

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