CITTA’ DI CASTELLO - Sono in media tre al giorno le aggressioni denunciate in Italia dagli operatori sanitari. Soltanto nell’ultimo anno le violenze denunciate sono state 1.200, di cui 456 hanno riguardato gli addetti al Pronto soccorso.  Per questo la Usl Umbria 1 ha stilato un decalogo contenente le "tecniche verbali per disinnescare o abbassare il livello di una situazione esplosiva" che è già stato distribuito a tutti i pronto soccorso aziendali e sta per essere consegnato anche ai poliambulatori, alle postazioni Cup e ai reparti di degenza. 

Cosa fare se arriva un paziente particolarmente aggressivo? In primo luogo cercare di mantenere sempre la calma e parlare con un tono modulato senza porsi sulla difensiva. Non toccare mai il paziente e mantenersi a distanza: il contatto fisico, infatti, può essere percepito come minaccioso dall’utente. Nel caso in cui il malato aggressivo sia accompagnato, valutare bene il ruolo dell’accompagnatore e allontanarlo nel caso in cui sia fonte di agitazione. Inoltre il medico o l'infermiere deve sempre mostrarsi gentile e cercare di rispondere a tutte le domande, anche quando vengono poste con arroganza. Nel caso in cui le procedure non funzionino, è necessario chiedere aiuto alle forze dell’ordine o ai colleghi. 

Al decalogo la Usl Umbria 1 ha affiancato una formazione specifica che ha visto la collaborazione di vari servizi tra cui lo staff di sicurezza aziendale, lo staff di comunicazione e area funzionale di psicologia e il servizio aziendale di risk management. 

Inoltre, all’ospedale di Città di Castello, primo esempio in Umbria, si è concluso un corso di difesa personale per gli operatori sanitari, tenuto dal luogotenente dei carabinieri Fabrizio Capalti, dal maestro Augusto Mariotti del Centro Judo Ginnastica tifernate e dal dottor Marco Mariucci. Il corso, che sarà replicato anche il prossimo anno, ha visto la formazione di 40 operatori con nozioni di legislatura, tecniche di difesa e nozioni di psicologia. 

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