In riferimento al viadotto “Puleto” della E45, Anas (Gruppo Fs Italiane) precisa che tale opera era sotto monitoraggio da tempo da parte dei suoi tecnici e che le indagini e gli studi effettuati sull’opera e le ispezioni eseguite periodicamente, in relazione ai quali non sono state rilevate criticità di natura strutturale, saranno forniti alla Procura di Arezzo, al fine di valutare una possibile riapertura dell’opera, eventualmente con limitazioni al traffico.

Il viadotto “Puleto” è un ponte a cinque campate per circa 200 metri totali e, come rilevato già da tempo da Anas nel corso di uno specifico studio strutturale, condotto con ispezioni in situ, approfondimenti di calcolo e l’esecuzione di indagini sui materiali costituenti l’opera, presenta alcuni ammaloramenti nel sistema di appoggio, nei giunti e nei cordoli laterali e un degrado superficiale sulle pile e le spalle, con scopertura in alcune zone dei copriferri e l’ossidazione dei ferri di armatura, che tuttavia non pregiudicano la transitabilità del viadotto.

Allo scopo di  ripristinare gli elementi strutturali ammalorati, Anas nei mesi scorsi ha progettato e appaltato un intervento di manutenzione straordinaria per l’adeguamento sismico e strutturale del viadotto del valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro, nell’ambito del piano di riqualificazione della E45 attualmente in corso di realizzazione.

L’intervento di manutenzione del viadotto Puleto riguarda, in particolare, il risanamento del calcestruzzo, il miglioramento sismico dell’opera, il rifacimento dei giunti, il rifacimento dei cordoli e l’ammodernamento delle barriere laterali di sicurezza.

I lavori sono stati consegnati a dicembre e le attività di cantierizzazione per l’avvio dei lavori sono già in corso. Nella prima fase gli interventi riguardano il risanamento superficiale del calcestruzzo nella parte bassa dell’opera, al fine di non causare eccessive interferenze al traffico sulla E45 durante il periodo invernale. Dopo l’inverno è previsto l’avvio e il completamento delle altre lavorazioni.

L’intervento sul viadotto Puleto rientra nel piano di riqualificazione dell’itinerario E45-E55 Orte-Mestre, avviato da Anas negli ultimi tre anni per un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro. Si tratta del più importante investimento mai destinato a questa infrastruttura. Nel solo tratto toscano in provincia di Arezzo sono in corso o in fase di avvio lavori per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro che si aggiungono a quelli eseguiti negli ultimi anni su 11 viadotti per complessivi 5 km circa, che hanno quasi sempre riguardato anche l’ammodernamento delle barriere laterali di sicurezza, mentre lungo l’intero tratto toscano sono stati adeguati circa 18 km di barriera spartitraffico.

Anas precisa infine che tutti i ponti e viadotti della sua rete sono oggetto di procedure standardizzate di controllo che prevedono ispezioni trimestrali da parte del personale di esercizio e un’ispezione tecnica annuale più approfondita, oltre alla normale sorveglianza quotidiana garantita dal personale su strada. Sulla base di questo processo continuo di ispezioni e controlli viene programmato il piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Sull’accaduto vanno inoltre segnalate le prime prese di posizione da parte dei politici.

Nel merito sono intervenuti alcuni deputati del Pd dell’Umbria e della Romagna, che, definendo “gravissima” la situazione chiedono a governo e Anas di intervenire immediatamente;

“La decisione della magistratura di chiudere il viadotto della E45 - si legge nella nota firmata dai deputati Walter Verini, Anna Ascani, Marco Di Maio, Alberto Pagani - rappresenta un fatto molto serio, che va certamente nella direzione di prevenire situazioni di grave pericolo per i cittadini e gli utenti della E45. Per questo riteniamo comprensibile e giusta la decisione del magistrato. La situazione creatasi è davvero molto pesante. Per questo sono necessari un immediato intervento e una iniziativa di Anas e Governo cui abbiamo rivolto una interrogazione urgente. Di fatto, tutta la dorsale appenninica adriatica è spaccata in due. Il traffico leggero e quello commerciale stanno subendo un colpo durissimo. Le località e i territori limitrofi, i lavoratori pendolari, subiscono gravissimi disagi. Occorre capire da subito le dimensioni reali del danno, le modalità e i tempi dell’intervento. Occorre indagare e capire le cause: nessuno dimentica come quel tratto appenninico della E45 risenta di problemi strutturali che per anni causarono la chiusura di tratti e viadotti. Problemi legati alla progettazione, alla qualità della costruzione e della manutenzione, alla tenuta del terreno dove poggiano i piloni dei viadotti in quel tratto. Occorrono perciò risposte e tempi rapidi, per evitare gravissimi e irreparabili danni a territori e zone dell’Italia centrale”.

Altra ferma presa di posizione quella dei consiglieri regionali umbri del M5s Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari che sono così intervenuti sulla vicenda:

“Alla fine del 2015 presagivamo che la Procura di Arezzo sarebbe intervenuta drasticamente sul cattivo stato della E45 (https://bit.ly/2DdBk20(link is external) ) ed oggi rilanciata la notizia della chiusura e sequestro per rischio crollo del viadotto Puleto, nei pressi di Valsavignone, in provincia di Arezzo”.

I due consiglieri sottolineano poi come nei mezzi di informazione si parli di “relazione dei tecnici incaricati dal pm che descrivono una 'criticità estrema' e  'rischio di collassamento' della struttura a causa del perdurare dell’esposizione all’usura del traffico veicolare". 

Liberati e Carbonari spiegano anche che “il sequestro è avvenuto, comunque fuori dall’Umbria, dopo un'inerzia di lunga data della politica regionale e nazionale per assecondare il progetto di trasformazione in autostrada, senza dire mai nulla di lavori che, quando compiuti, erano spesso di scarsa qualità. C’è da chiedersi – aggiungono - se le stesse problematiche individuate dalla Procura di Arezzo sul viadotto Puleto non siano riscontrabili anche altrove, Umbria compresa, visti pure i lavori improvvisamente avviati qua e là, dopo anni di denunce pubbliche, non solo sul cemento ammalorato, per rafforzare alcuni cavalcavia dopo l’ecatombe del ponte Morandi a Genova”. 

Secondo i due esponenti pentastellati “oggi si paga dunque il dazio di 30 anni di manutenzioni carenti, quando effettuate, e di un traffico selvaggio di mezzi pesanti, che da sempre utilizzano la E45 come corridoio gratuito in alternativa alle autostrade. Questo Governo – concludono Liberati e Carbonari - è così costretto a fronteggiare emergenze vere, legate al connubio spesso turpe tra affari & politica, quando sarebbe stato sufficiente e di buon senso occuparsi nel tempo della manutenzione ordinaria, per mantenere uno stato strutturale costantemente accettabile”. 

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