Sono state definite nuove fondamentali strutture al servizio degli studenti, dei docenti e del personale che opera presso l'ospedale di Perugia la biblioteca biomedica e la mensa universitaria inaugurate oggi presso il polo di Sant'Andrea delle Fratte. Presenti alla cerimonia la presidente della Regione Catiuscia Marini, il rettore Francesco Bistoni e il presidente di medicina e chirurgia Luciano Binaglia.

''Queste realta' - e' stato detto - pongono la facolta' e l'Azienda ospedaliera sempre piu' con un profilo che punta alla qualita' dei servizi offerti e messi a disposizione di chi fa attivita' didattica e ricerca scientifica''. La biblioteca, gia' esistente ma in precedenza distribuita in vari dipartimenti e istituti, tra libri e riviste rilegate mette ora a disposizione 85 mila volumi rispetto ai 35 mila 950 della vecchia struttura, e 144 posti a sedere rispetto ai 70 di prima.

La biblioteca, che sara' aperta dal lunedi' al venerdi' dalle 8.15 alle 18, e' dislocata su due piani. Nella struttura sono stati trasferiti, oltre a quelli della vecchia biblioteca biomedica, anche altri fondi librari come quelli della biblioteca storico-psichiatrica donata dalla Provincia di Perugia (chiusa al pubblico e non accessibile da alcuni anni). Per quanto riguarda la mensa universitaria, invece, l'area adibita al consumo dei pasti, per chi segue le lezioni del polo didattico e frequenta i reparti del polo ospedaliero, prevede in tutto 170 posti. Si trova in un'area adiacente la facolta' ed e' una struttura composta da una serie di moduli prefabbricati per un ingombro attuale di 480 metri quadri e con la possibilita' in futuro di un ulteriore incremento.

''Due importanti tappe - ha spiegato Bistoni - che rappresentano un passo in avanti del lungo percorso che ha visto la recente apertura della nuova sede della facolta' di medicina e chirurgia e che si inseriscono all'interno del polo unico, la piu' importante opera degli ultimi decenni in Umbria''. Il rettore ha ricordato poi le cose ancora da fare ''per completare la vera azienda integrata ospedale-Universita'''. ''Rimane ora - ha sottolineato - il trasferimento dei laboratori didattici da via del Giochetto, la realizzazione del Centro universitario per la genomica, e la definizione della nuova convenzione sulla Sanita', che vede gia' al lavoro sia l'Ateneo che la Regione Umbria''.

''La riapertura e la riorganizzazione della biblioteca sono un segno di ottimo auspicio - ha sostenuto Binaglia - perche' questa e' una struttura che sara' aperta agli studenti, a tutto il personale ospedaliero ed anche ai medici dell'intera regione''. La consultazione dei volumi, e' stato inoltre ricordato, non sara' possibile solo con il materiale cartaceo, ma anche attraverso l'accesso alla rete e alle varie banche dati.

“La biblioteca medica che inauguriamo oggi aggiunge ulteriore qualità all’attività di ricerca e didattica della Facoltà di Medicina dell’Università di Perugia, ma anche del sistema sanitario regionale perché essa sarà fruibile a tutti i medici umbri per le loro necessità di ricerca, aggiornamento e studio”. È quanto affermato, invece, dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini..

Ricordando che è in atto un confronto tra Regioni e Ministero della sanità per la definizione del nuovo Patto per la salute, la presidente ha ricordato come proprio le questioni riguardanti ricerca e formazione del personale medico troveranno adeguato spazio nel Patto: “Come Regione Umbria – ha detto - abbiamo in un certo qual modo anticipato ciò che il Patto per la salute conterrà come linee strategiche per tutte le Regioni per quanto riguarda i percorsi di formazione dei medici, con particolare riferimento agli specializzandi. Nella convenzione Regione-Università per la sanità, che andremo a definire nelle prossime settimane (la presidente ha auspicato che la formalizzazione dell’intesa possa avvenire entro la fine del mese di gennaio, n.d.r), abbiamo infatti assunto precisi impegni in questa direzione. E proprio nei prossimi giorni sarà pubblicato il bando europeo per la ricerca su scala internazionale di professionalità scientifiche disponibili a lavorare nella nostra regione. È questo il primo esempio di un bando regionale per l’attrazione ‘cervelli’, in un quadro nazionale che vede purtroppo moltissimi talenti italiani costretti a lavorare all’estero”.

Sarà, invece, la definitiva partenza del centro di ricerca per la “genomica” a rafforzare il ruolo dell’Umbria e della sua Università quale centro di altissima ricerca: “È questa la ‘sfida alta’ che intendiamo accogliere, lavorando positivamente e costruttivamente affinché la vocazione di ‘research university’ del nostro ateneo divenga realtà, consapevoli che ciò si traduce in una crescita del livello qualitativo dell’intero sistema sanitario regionale. Queste realizzazioni – ha concluso la presidente Marini - oggi si rendono possibili perché sono figlie della programmazione realizzata in passato e frutto dei positivi rapporti avuti negli anni dall’Università con la Regione e con il sistema delle autonomie locali”.
 

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