PERUGIA - “La nostra mission è quella di tutelare e salvaguardare la biodiversità, diventando sempre più un punto di riferimento al servizio delle attività vivaistiche dell'Umbria”. Lo ha detto stamani l'amministratore unico di Umbraflor, Sandro Vitali in audizione presso il Comitato di monitoraggio e vigilanza del Consiglio regionale, presieduto da Raffaele Nevi. L'incontro con i vertici dell'azienda vivaistica regionale era stato richiesto dal consigliere regionale Attilio Solinas (Misto-Mdp).

Vitali, rispondendo anche ad alcune domande dei commissari presenti, ha tracciato una panoramica generale rispetto alla struttura ed ai servizi nei quali è chiamata ad operare.

Umbraflor dispone di 245 ettari di terreno, 14 dei quali riferiti al vivaio forestale 'La Torraccia' di Gubbio, mentre gli altri 231, ricadenti nei Comuni di Spello, Assisi, Cannara e Bevagna sono al servizio del vivaio 'Il Castellaccio' di Spello e oltre 8 ricadono nel Comune di Spoleto.

L'azienda annovera 35 dipendenti, di cui 5 impiegati e 30 operai agricoli. Il fatturato del 2016, ricalcando i numeri dell'anno precedente, è stato di 1milione 150mila euro, con un risultato di esercizio di 2mila euro. Per l'80 per cento, il fatturato, deriva da attività commerciali, il resto da attività formative e gestione del verde.

Le attività principali riguardano: vivaistica e forestale nei vivai di Spello, Gubbio e Spoleto; ricerca applicata in collaborazione con l'Università degli Studi di Perugia; Cnr; Cra; Parco tecnologico 3A di Todi. Particolare importanza viene riservata per l'attività di formazione ed aggiornamento per studenti ed operatori attraverso l'attivazione di stage formativi con possibilità di vitto ed alloggio; diagnosi ed analisi delle condizioni di stabilità di tutte le specie arboree; assistenza, realizzazione e gestione di impianti di arboricoltura per verde pubblico e privato.

Essendo dal 2014 un Ente pubblico economico, il mantenimento della struttura è legato essenzialmente alla parte commerciale, proponendosi dunque ad una clientela composta da Enti pubblici e da soggetti privati.

“Il bilancio – ha detto Vitali – sconta ancora alcune criticità trasferite dalle gestioni passate. Nel frattempo abbiamo previsto maggiori servizi di accompagnamento del prodotto, oltre a convenzioni con enti di ricerca. Disponiamo di 45 ettari di impianti sperimentali la cui manutenzione, ad esempio, costa oltre 200mila euro all'anno. È chiaro che mantenere la biodiversità ha un costo. Disponiamo, tra l'altro, delle certificazione per la coltivazione della nocciola”.

A conclusione dei lavori il presidente Nevi, ha sottolineato la necessità di “approfondire il tema della ricerca, della sperimentazione nell'ampio settore delle competenze riconosciute. Come pure è importantissimo operare nella formazione e nel sociale. Una priorità è l'integrazione con le altre strutture pubbliche”.

Negli interventi a margine della relazione di Vitali, Attilio Solinas (Misto-Mdp) ha definito Umbraflor “un'importante entità pubblica che svolge un ruolo di sviluppo per l'Umbria con un andamento virtuoso. Importanti le attività di formazione e le convenzioni con Università e Cnr. Se adeguatamente sostenuta, anche attraverso specifiche iniziative politiche, l'azienda potrebbe avere maggiori prospettive di sviluppo e crescita”.

E se Carla Casciari (Pd) ha definito “importante l'apertura ad attività sociali come pure la convenzione con l'Università”, Claudio Ricci (Rp) dopo aver sottolineato “la qualità aziendale legata anche al livello di innovazione”, ha auspicato, interpretando un'esigenza condivisa, emersa nel corso dell'incontro, “una maggiore collaborazione tra Afor e Umbraflor”. Silvano Rometti (Socialisti) ha evidenziato invece l'emergere di “un quadro con molti punti positivi. L'azienda – ha detto – è ben gestita. In questo processo attuale di trasformazione del mondo agricolo, Umbraflor può avere un ruolo importantissimo”. Gianfranco Chiacchieroni (Pd) ha infine rimarcato la necessità che “Umbraflor deve sempre più lavorare d'intesa con l'Agenzia forestale regionale, soprattutto nell'ambito della ricostruzione post sisma, inserendosi negli ambiti di competenza, tra le quali la salvaguardia della specie autoctona del territorio”. 

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