A Pontenuovo investimenti per 14 milioni di euro. Realizzato quasi interamente da imprese umbre - Qui si concentrerà la produzione mangimistica, dai 15 ai 16mila quintali giornalieri a regime

(AVInews) – Torgiano, 11 set. – “Il passato è importante ma lo è ancora di più il futuro”. Le parole sono di Daniele Grigi, amministratore delegato della divisione Grigi Alimentare e responsabile marketing della divisione mangimistica del Gruppo Grigi, ma incarnano lo spirito dell’intero Gruppo che ha ufficialmente dato il via a un nuovo corso della sua storia imprenditoriale lunga settant’anni, con l’inaugurazione del rinnovato stabilimento ex Valigi, a Pontenuovo di Torgiano.

Lo storico brand Valigi, in difficoltà, viene acquisito da Grigi nel 2012 ed è tra i primi 5 player del settore mangimistico italiano: la produzione non si interrompe anche quando nel 2016 lo stabilimento di via Capitini viene sottoposto a lavori di ammodernamento ed efficientamento energetico che lo hanno accompagnato fino alla presentazione ufficiale, domenica 9 settembre, a centinaia di clienti e fornitori di ogni parte d’Italia, attraverso una grande festa che ha visto coinvolti anche dipendenti e numerose autorità locali.

Il gruppo, che si presta a chiudere il 2018 con 80 milioni di euro di fatturato, ha fatto dello stabilimento di Pontenuovo il fulcro della produzione mangimistica, in particolare mangimi convenzionali e medicati, per un investimento di circa 14 milioni di euro. A Bastia Umbra, così, sede legale del Gruppo, rimane la produzione di quelli ‘no ogm’ e a Tarquinia di quelli biologici (quest’ultimo sito funge anche da centro di selezione sementi).

“Quello di Pontenuovo – ha spiegato Daniele Grigi – è uno sito produttivo che a regime potrà produrre dai 15 ai 16mila quintali giornalieri di mangimi, con un magazzino trasversale da 18mila quintali di stoccaggio. Ha una capacità di 4mila quintali di insaccamento e altri 12mila alla rinfusa giornalieri. Significa che in entrata e in uscita abbiamo circa 28-29mila quintali di materia prima al giorno che corrispondono a circa 100 camion che quotidianamente entrano ed escono da questo stabilimento. Si tratta, inoltre, di uno stabilimento innovativo, interconnesso con i clienti, la rete commerciale e persino con il consumatore finale perché abbiamo raggiunto il controllo completo della filiera. Grazie agli ultimi investimenti, infatti, la nostra è una delle prime aziende agroalimentari a modello industria 4.0 certificata”.

A fare gli onori di casa c’erano anche gli amministratori delegati Marco e Luciano Grigi, accanto al direttore commerciale Luigi Frenguellotti. “Sono passati tanti anni dall’inizio di questa avventura – ha dichiarato Luciano –. Ricordo quando abbiamo iniziato con pochi silos per lo stoccaggio ed eccoci arrivati qui, ad avere oltre 120 collaboratori, 90 agenti sul territorio e circa 5mila clienti attivi nel settore agroalimentare”.

“Negli ultimi cinque anni – ha aggiunto Frenguellotti – il Gruppo ha avuto un’evoluzione importante con l’espansione nel settore alimentare e il rafforzamento di quello mangimistico. Una cosa di cui andare fieri è certamente il fatto che il rinnovamento dello stabilimento di Pontenuovo ha visto impiegate il 99 per cento di maestranze umbre. Siamo ricorsi solo ad una impresa non umbra perché non c’era l’expertise necessario in loco”.

Tra le tantissime autorità, presenti anche la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini. “Oggi una impresa – ha affermato Marini può essere competitiva sui mercati globali, ma anche locali, se riesce a realizzare una dimensione di impresa adeguata, se migliora la qualità e la sicurezza del prodotto contribuendo così anche a migliorare la qualità della vita dei consumatori. Dunque, è sempre più necessaria una politica di ‘filiera’ che sia in grado di dare queste risposte. E il Gruppo Grigi ha saputo percorrere questa strada, sapendo oltretutto anche cogliere tutte le opportunità concesse dalle politiche pubbliche e dei finanziamenti messi a disposizione attraverso le risorse della programmazione europea, e in questo caso dal Fondo di sviluppo rurale della Regione”.
 
Rossana Furfaro
 

Condividi