ROMA - Non c'è alcuna responsabilità da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero dell'Interno e di quello della Giustizia per la mancata espulsione e carcerazione di Amine Aassoul, il marocchino, clandestino e libero nonostante dovesse scontare un cumulo di pene di oltre sette anni, che uccise a Terni David Raggi. Dunque ai familiari del giovane spetta solo un indennizzo sulla base del riconoscimento dei benefici della legge in favore delle vittime di reati violenti intenzionali: è quanto ha deciso il tribunale civile di Roma, che ha condannato la stessa Presidenza del Consiglio al pagamento di 7.200 euro ciascuno nei confronti del padre, della madre e del fratello del ventisettenne.

"Sono quattro anni che continuano ad ammazzare mio fratello, avrei preferito che ci avessero riconosciuto una cifra pari a zero, avrebbero fatto più bella figura" ha detto Diego Raggi, il fratello di David. "Vale più la vita di un cane che quella di mio figlio", il commento di papà Valter.

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