TERNI - L'emendamento 13.2 del Milleproroghe, con il quale il Senato all’unanimità ha momentaneamente bloccato una parte dei fondi relativi al “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia”, colpisce anche il territorio ternano. Tra le convenzioni congelate, su cui la discussione in aula per trovare le coperture economiche necessarie è rimandata a settembre, vi sono infatti anche i 10 milioni di euro destinati alla città di Terni.

«Risorse che per questo territorio – scrivono in un comunicato congiunto Cgil Terni e Sunia – visti anche i dati che certificano impietosamente il perdurare dello stato di crisi, erano e restano fondamentali», il cui venir meno è un «fatto decisamente preoccupante che non deve lasciare tranquillo nessuno degli attori sociali e politici».

«Da circa due anni – afferma il segretario generale della Camera del Lavoro, Attilio Romanelli  –sosteniamo che le risorse messe a disposizione dal “Bando per la riqualificazione urbana dei comuni capoluogo” rappresentano un’occasione importante per innescare processi virtuosi di  miglioramento del decoro urbano, sviluppo della mobilità sostenibile, inclusione sociale e rafforzamento dei servizi, e non abbiamo affatto cambiato idea. Anzi – prosegue – oggi di quelle risorse c’è più bisogno che mai per poter  intervenire quanto prima su tre grandi questioni, che non è più possibile rinviare. La prima è la grande necessità di creare occupazione, anche in edilizia, un settore che la crisi ha letteralmente devastato; poi c’è il tema della povertà, che ha a molto che fare anche con la questione abitativa; infine c’è il bisogno di ripensare la città, sia in chiave di mobilità sostenibile (che significa anche incidere in positivo sulla qualità dell’ambiente) che di welfare urbano».

Il segretario del Sunia di Terni, Romolo Bartolucci, stigmatizza la scarsa attenzione che il Comune di Terni ha riservato, anche in passato, al tema del sociale, «formulando progetti per 10 milioni di euro quando il “Bando periferie” dava la possibilità di vedersi finanziare interventi per 18 milioni.

«L’aver elaborato progetti di intervento urbano per circa la metà della cifra ammessa a finanziamento – afferma – dà la cifra di quanto si sia sottovalutato il tema dell’emergenza sociale in questa città. Come se le nostre periferie urbane non avessero bisogno di interventi che permettano non solo di riqualificare le aree di degrado, ma anche di aggredire il problema abitativo recuperando il patrimonio edilizio esistente e rendendolo disponibile per le assegnazioni».

«La speranza – conclude la nota congiunta – è che si tratti solo di un breve ritardo dovuto ad obblighi giuridici e che i progetti di riqualificazione urbana delle periferie ternane prendano il via quanto prima, ma non possiamo nascondere il timore di vedere significativamente decurtati i fondi del “Bando periferie”, magari per coprire manovre di redistribuzione della ricchezza verso l’alto, come la Flat Tax».

 

 

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