ROMA - Il candidato premier M5S Luigi Di Maio si è presentato stamani negli uffici dell'Istituto di credito presente a Montecitorio. In sua compagnia, oltre allo staff M5S, c'era l'inviato de "Le Iene", Filippo Roma, tra gli autori dell'inchiesta sulle "restituzioni" dei parlamentari M5S. La presenza di Di Maio in banca mostrerebbe la volontà del leader di fare chiarezza sulla vicenda: è presumibile che abbia chiesto allo sportello bancario di fornirgli copia dei bonifici al Fondo per il microcredito del Ministero dello Sviluppo sul quale i pentastellati devolvono parte del loro stipendio.

Per M5s "caso" restituzioni, rischio "buco" da 1 milione - Andrea Cecconi e Carlo Martelli sono, probabilmente, la punta di un iceberg contro cui la campagna elettorale del M5s rischia di sbattere a un passo dal rush finale.

Il caso degli ammanchi nelle restituzioni dei parlamentari, si allarga a macchia d'olio, potrebbe superare il milione di euro e irrompe nella tappa elettorale di Luigi Di Maio nella sua Campania. Tappa che vede, tra l'altro, il ritorno in campo di Beppe Grillo.

Il caso è preso molto seriamente dai vertici del Movimento che reagiscono in maniera durissima. "Le mele marce le trovo e le caccio, nessuno inficerà il nome del M5S", è il diktat di Di Maio.

La questione, secondo il servizio delle Iene andato in onda ieri sera, riguarderebbe almeno una decina di parlamentari e non solo Cecconi e Martelli. E dalle prime verifiche i vertici del Movimento ammettono che il "buco" sulle restituzioni per il fondo per il microcredito potrebbe essere "più grande" degli oltre 200mila euro preventivati dai media.

Sul totale delle cifre "vediamo domani", si limitano a dire, dopo aver chiesto in via ufficiale gli atti al Ministero dell'Economia presso cui è registrato il fondo per le pmi. I calcoli, fatto salvo eventuali errori commessi dai tecnici del Movimento nel riportare i dati delle restituzioni, sembrano volgere al peggio. Alla cifra di 226 mila euro di ammanco, che ha fatto scattare l'allarme per le mancate restituzioni, va infatti aggiunta la cifra versata al fondo dagli eurodeputati del M5s, pari a 606mila euro, come certificato dallo stesso blog giorni fa. E a questa si somma il totale dei rimborsi arrivati dalle Regioni: le stime sono approssimative ma si parla di oltre 500mila euro.

Il tutto fa quindi aumentare la forbice tra quanto dichiarato dai parlamentari sul sito tirendiconto.it e quanto arrivato, in concreto, dai bonifici. 
E intanto il Pd attacca. Renzi sferza sulle mele marce e paragona Di Maio a Craxi. 

In serata annuncia l'autosospensione anche il senatore Maurizio Buccarella, messo nel mirino delle "Iene".

IL SERVIZIO DELLE IENE TRASMESSO SUL WEB

Ex militante M5S a "Le Iene", in tanti mentono su rimborsi - "Tra deputati e senatori siamo ad una doppia cifra, è un partito fatto di furbi e furbastri che tradisce la fiducia dei cittadini". Sono queste le parole con cui un ex militante, ai microfoni de Le Iene nel servizio sul M5S trasmesso via internet domenica sera, svela i mancati rimborsi che, a suo parere, coinvolgerebbero diversi esponenti del M5S.

L'inchiesta de Le Iene, che il programma sceglie di mandare sul suo sito web, ha portato al ritiro, di fatto, dalla campagna elettorale dei parlamentari Andrea Cecconi e Carlo Martelli. E' l'ex militante intervistato da Le Iene, infatti, a fare i nomi dei due esponenti pentastellati, rei - è la sua accusa ai microfoni del programma Mediaset - di aver finto di restituire oltre 21mila euro, nel caso di Cecconi, e oltre 76mila nel caso di Martelli.

La mancata restituzione, spiega l'ex militante, si concretizza pubblicando sul sito "tirendiconto.it" i bonifici fatti salvo poi revocarli entro 24 ore dalla pubblicazione.

Interpellati il 2 febbraio scorso dall'inviato de Le Iene Filippo Roma, sia Cecconi che Martelli negano. "Non è vero, ho tutti i bonifici fatti, sono caricati online", ha spiegato Cecconi prima di andar via mentre Martelli prima ha negato con forza ("A me questa cosa non risulta, questa cosa qua finisce adesso, è una cosa terribile") salvo poi rilevarsi più possibilista: "farò questa verifica, se è così provvederò a sistemare tutto".

A entrambi Le Iene chiedono di contattare il programma dopo la verifica ma nessuno dei due parlamentari, spiega il programma nel servizio, si è fatto sentire.

Di Maio, Cecconi e Martelli fuori, via le mele marce  - "Quelle persone come Cecconi e Martelli le ho già messe fuori, per gli altri stiamo facendo tutte le verifiche che servono ma siamo orgogliosi di quello che è il Movimento. Non sarà qualche mela marcia ad inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e come sanno gli italiani da noi le mele marce si puniscono sempre, ha fatto sapere Di Maio da Napoli che sottolinea comunque che "La notizia in un paese normale sarenne che M5S ha restituito 23 milioni e 100mila euro di stipendi e questo è certificato da tutti quanti e ci sono 7mila imprese in Italia che lo testimoniano perché quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila posti di lavoro. Ma si sottolinea invece il fatto che mancherebbe lo 0,1 per cento".

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