di Elio Clero Bertoldi.

PERUGIA - Da quattrocentotrentacinque anni continua ad aiutare chi é meno fortunato: ‘infermi e poveri vergognosi’ allora, anziani oggi. Nato nel 1574 il Sodalizio di San Martino, per volontà del presidente dell’istituzione, Alfredo Arioti Branciforti e grazie alla abnegazione di un socio, il professor Vincenzo G.G. Mennella, ha presentato al sindaco Andrea Romizi ed alla città, un bel volume, arricchito da uno splendido corredo fotografico, sulla storia e sulla missione dell’ente. Non é certo casuale che l’istituzione fosse stata varata nella parte finale di quel secolo tremendo, iniziato per Perugia con le “Nozze di sangue": la guerra del sale, la fine dell’autonomia politica, la cacciata di nobili casate e la fuga di molte altre per non sottostare allo Stato Pontificio, le gabelle inique (sul sale e sul grano, in primis), le spoliazioni e le rapine operate dai vincitori di quel conflitto, avevano piegato i perugini. Molti dei quali, una volta se non ricchi almeno agiati, erano precipitati nella miseria. E si vergognavano del loro stato di indigenti, dello scadimento dello status sociale. Benefattori e benefattrici erano arrivati in loro soccorso, proprio come il santo di Tour - che in realtà era magiaro di origine - che avevano donato le loro sostanze per sostenere gli altri caduti in disgrazia sociale ed economica.
L’istituzione, allora religiosa, oggi laica e privata, vanta attualmente un settantina di dipendenti e assiste 150 tra anziani autosufficienti e non, oltre a concedere sussidi a cittadini o famiglie in difficoltà. Inoltre gestisce la Farmacia (aperta nel 1592), che dopo un periodo nero é tornata ad un bilancio in pareggio, l’azienda agraria di Mugnano, il Fuseum. I soci che la sostengono sono 400, quanti erano nel 1718. E che l’istituzione sia nel cuore della città lo fotografa un dato: nel 1882, quando la città contava esattamente 17.395 abitanti, ben 4.949 cittadini risultavano iscritti all’assistenza sanitaria per le medicine, offerta dall’ente. Un quarto della popolazione, dunque, veniva sostenuto dal Sodalizio. Il professor Mario Bellucci, past president, ha ricordato, tra l’altro, anche l’assistenza fornita all’infanzia abbandonata nella struttura conventuale di Porta Sant’Angelo, arrivata ad accogliere ben 160 piccoli ospiti.
Il Sodalizio, che alla nascita si chiamò Compagnia di San Martino, ha svolto e svolge una funzione sociale e culturale di livello.
Il volume del prof. Mennella - sistematico, organico, completo - rappresenta anche un tuffo nella storia del capoluogo umbro. Tanti i documenti pubblicati nel volume. Ed altri verranno letti e studiati dal dottor Mario Squadroni, dell’Archivio di Stato ed esperto di paleografia e diplomatica, tra cui una pergamena del Quattrocento, vergata in latino medioevale che tratta di astronomia e astrologia, come veniva intesa prima della rivoluzione portata da Copernico e altri documenti riguardanti la chiesa-Torre di Sant’Ercolano. A proposito di quest’ultima, donata nel 1777 da Pio VI all’ente, che ne é ancora proprietario, Arioti ha annunciato che cercherà di far concedere di nuovo dalle autorità ecclesiastiche, l’indulgenza - come disposto da un breve di Pio VII - ai fedeli che entravano nel tempio. Romizi, a nome della città, ha sottolineato la funzione sociale dell’ente ed ha ringraziato a nome della comunità.

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