PERUGIA – “È davvero un disco rotto, ormai stucchevole, quello per cui l'attuale Giunta, sindaco Romizi in testa, siano una sorta di poveri malcapitati messi lì a lavorare indefessamente per riparare i "misfatti del passato". La campagna elettorale del 2019 non potrà avere i contenuti di quella del 2014: l'amministrazione che verrà giudicata sarà quella attuale, in rapporto anche ai progetti politici e civici alternativi che saranno presentati”.

E quanto si afferma in una  nota diramata de un nutrito gruppi di esponenti perugini del Pd (Sarah Bistocchi, Leonardo Miccioni, Erika Borghesi, Tommaso Bori, Alvaro Mirabassi, Emanuela Mori, Elena Ranfa, Alessandra Vezzosi, Paolo Polinori, Antonio Bartolini, Carla Casciari, Marco Vinicio Guasticchi, Giacomo Leonelli) che così proseguono: “Quali opere strategiche lascia questa Giunta, a parte il taglio del nastro di tutto quello che era stato avviato dalle tanto vituperate amministrazioni precedenti o finanziato dalla Regione Umbria (vedi Frecciarossa, mobilità notturna e agenda urbana)?

Quali grandi innovazioni? Quali delle rivoluzioni annunciate (taglio delle tasse, rotazione dei dirigenti comunali, rivitalizzazione del centro storico, sicurezza a Fontivegge e nelle periferie, solo per fare degli esempi) potranno dirsi realizzate o meno? Questo sarà il dibattito”.

“Rievocare continuamente le presunte nefandezze della storia della città – continua la nota -, oltre ad essere davvero poco rispettoso verso chi i cittadini hanno eletto negli anni con l'onere e l'onore di contribuire al Governo di Perugia, non contribuisce ad esaltarne il ruolo ed offusca quelle eccellenze per cui il capoluogo è riferimento in tutto il Paese: dalle scelte visionarie sulla mobilità alternativa (a cominciare dalle scale mobili e dai parcheggi a corona), alle politiche per l'infanzia e sul sociale, fino alla scommessa vinta dei grandi festival culturali (da Umbria Jazz al Festival del Giornalismo) e delle mostre internazionali (come il Perugino, il Pinturicchio e il Signorelli)”.

“Il sindaco Romizi ha avuto in questi anni i numeri necessari in consiglio comunale per determinare l’assetto della città, che passa per le scelte relative alle grandi opere e ai grandi progetti, fino a quella sulle politiche di sosta di cui si parla oggi. È evidente anche ai più disattenti che per privilegiare alcune categorie politicamente a lui vicine, verranno vessati dalle nuove strisce blu e dall'aumento dell'orario a pagamento i lavoratori, i pendolari, gli studenti e tutti i cittadini che gravitano nelle aree ancillari al centro storico e a Fontivegge, dove sono stati rimossi tutti i parcheggi liberi. Il millantato decremento dei costi dunque si è tradotto in uno smisurato aumento delle strisce blu. Senza contare che se Saba non dovesse ottenere i ricavi sperati in virtù del nuovo assetto, sarebbe il Comune stesso a dover pagare per sanare i minori introiti e garantire i ricavi al gestore.

Scelte che abbiamo contestato dall'inizio e che continuiamo a contestare, sempre disponibili a un dibattito serio e responsabile sul futuro della città”.

Come dire, dopo quattro anni di governo il sindaco Romizi ed i suoi non potranno certo riproporre il facile slogan "E' tutta colpa di Boccali!".

 

Condividi