NORCIA - Calcinacci, crepe sui muri, lampadari penzolanti e una coltre di polvere bianca sugli scranni e sulle sedie del Consiglio: dentro il palazzo comunale di Norcia il tempo si è fermato alla mattina del 24 agosto 2016, giorno della prima scossa di terremoto che distrusse Amatrice e altri paesi del Centro Italia rendendo da subito inagibile il municipio della città di San Benedetto. Le altre scosse, su tutte quella del 30 ottobre, hanno fatto il resto, provocando danni ingenti che per essere recuperati richiedono un impegno economico che si aggira attorno ai 6 milioni di euro, come ha avuto modo di dire il sindaco Nicola Alemanno. L'ANSA ha potuto visitare le stanze del municipio, un viaggio all'interno di locali vuoti e semibui che raccontano la drammaticità dell'evento sismico a distanza di quasi due anni.

A impadronirsi di questi spazi è stata soprattutto la polvere che ha quasi cancellato i colori dei mobili e degli oggetti rimasti ancora all'interno del Comune.

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