PERUGIA – Ai tempi dell’omicidio di Meredith Kercher il centrodestra perugino non esitò a dipingere Perugia come la città più corrotta d’Italia: una sorte di Sodome e Gomorra dove tutto era possibile, con la droga che scorreva a fiumi e la delinquenza che la faceva da padrona. Fango gettato a tonnellate che non risparmio neppure l’antico Ateneo che ne pagò pesantemente le conseguenze con una forte riduzione delle iscrizioni.
Una immagine che, promettevano, con loro al governo sarebbe radicalmente cambiata.
Una mossa che colpì del segno, tanto che quello della sicurezza in città fu uno dei temi principali (ma non certamente l’unico) di una campagna elettorale che, ruotando attorno alla parola d’ordine “è tutta colpa di Boccali!”, sconvolse nel profondo l’assetto istituzionale della città consegnandola a quella che era stata ininterrottamente per oltre 60 l’opposizione.
Certo il governo cittadino a guida Pd aveva molto da farsi perdonare, ma il tema della sicurezza che lo riguardava solo marginalmente fu senz’altro cruciale per determinare quel rimescolamento di carte.
Il neo eletto sindaco Romizi, che adesso si trova spiazzato e vede a rischio l’ultima sua promessa di un posto fisso di polizia a Fontivegge (per non parlare di quello del centro storico chiuso da tempo sul quale proprio in questi ultimi giorni era circolata l’ipotesi di una prossima riapertura), all’epoca si schierò in prima linea in quella campagna di diffamazione della città, promettendo che lui avrebbe ripulito i quartieri “malfamati”, cominciando proprio da quello che ruota attorno alla stazione di Fontivegge.
Promise allora che avrebbe cacciato i pusher che ne avevano preso possesso e che avrebbe messo fine alle risse continue che compromettevano l’incolumità degli abitanti.
Ebbene, alla conta dei fatti si può dire che non è riuscito ad andare oltre alle parole. Negli anni in cui Romizi e il centrodestra hanno governato Perugia la delinquenza è addirittura risalita verso il centro storico: accoltellamenti e attività commerciali sempre più prese di mira (non si contano le spaccate che hanno mandato in frantumi le vetrine di tanti negozi), tanto che l’acropoli perugina anziché ripopolarsi si è desertificata ancora di più.
Ad onor del vero Prefettura e Questura hanno provato a metterci una pezza: le operazioni di polizia si sono moltiplicate malgrado gli organici ridotti, ma nonostante ciò pure l’estremismo islamico ha rialzato la testa.
Con il nuovo governo nazionale gialloverde ci si saremmo attesi l’arrivo di maggiori rinforzi a Perugia ed invece è giunta a sorpresa l’autentica doccia gelata della retrocessione preparata dal ministero guidato da Salvini per la nostra Questura che, dalla “prima”classe attuale passerebbe alla “seconda” E non stiamo parlando di scuola elementare perché altrimenti sarebbe una promozione.
Se le parole hanno un senso c’è quindi da attendersi l’arrivo di minori risorse e, probabilmente, anche di organici più ridotti: ovvero l’esatto contrario di quanto ci era stato promesso.
Eppure in questi anni la situazione dell’ordine pubblico nel capoluogo umbro non è migliorata nemmeno di un briciolo . Anzi, da questo punto di vita anche la città è retrocessa il Serie B ed avrà perciò la Questura che si merita.
 
ep

Condividi