Il 13 ottobre si avvicina: cari compagni, di scuola e di classe, lo sappiamo che vi chiedete ogni volantino che vi capita tra le mani, ogni volta che vedete un manifesto, uno striscione o un adesivo, perché questa data sia così importante per noi. Ebbene oggi siamo qui per dirvelo, per rispondere a tutte le vostre domande.

Siamo come voi, siamo studentesse e studenti di questo Paese, ma pensiamo che la nostra generazione abbia bisogno di una scossa.

Stiamo diventando la generazione del tutto e subito: quelli che non vivono più la scuola come un luogo di apprendimento e integrazione, ma come un passaggio obbligato. Questo perché oggi la scuola prende da noi tutto quello che può senza lasciarci in mano nulla: prende il nostro tempo, i nostri soldi, la nostra genuinità. Spendiamo moltissimi soldi per gli abbonamenti degli autobus, per i libri di testo, per il “contributo volontario”, che si ragazzi, dovrebbe essere volontario, molte volte per pagare i costi dell’alternanza - scuola lavoro, che fatta d’estate o nel pomeriggio ci prende il tempo dello svago e dello studio, diventando uno strumento di lavoro gratuito, senza diritti o garanzie di apprendimento, uno strumento per raccontarci il mondo del lavoro non per quello che dovrebbe essere ma per quello che purtroppo è: precarietà, sfruttamento.

Noi vogliamo invece una scuola che dà: una scuola per tutte e per tutti, che sappia dare la possibilità al figlio dell’operaio di diventare dottore, se vuole, o al figlio del dottore di diventare operaio, perché il lavoro, se garantito e tutelato, ha sempre una sua dignità. 

Ma questo cambiamento, che deve essere profondo e radicato in tutta la società come lo costruiamo se non a partire dalla scuola? Rimasto purtroppo l’ultimo luogo di massa perché all’università non ci arrivano tutti. Noi vogliamo rivoluzionare la scuola, ripensarla a misura di studente, non più il contrario: vogliamo una scuola che si adatti al cambiamento della società, vogliamo che tutti a prescindere dalla condizione economica della famiglia possano avere le stesse opportunità, vogliamo conoscere per scegliere il nostro futuro e vogliamo poter proseguire gli studi scegliendo il quello che più ci interessa, in un paese in cui il numero di laureati è basso rispetto alla media europea, la risposta non può essere il numero chiuso. Vogliamo il sapere libero da ogni barriera! 

Vogliamo che la scuola sia luogo di integrazione, dove provare a dare risposte culturali alle emergenze sociali del nostro Paese, a partire dal rispetto delle diversità: di cultura, genere, identità di genere, paese di provenienza, orientamento sessuale. 

Dalla scuola al Paese: costruiamo il cambiamento. Ora tocca a noi!

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