PERUGIA - “Vogliamo rimettere al centro dell’agenda politica il tema della salute, nella sua complessità, come diritto fondamentale delle persone così come sancito dalla nostra Costituzione”: Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, con i tre segretari generali Sgalla, Sbarra e Bendini, hanno presentato questa mattina, 13 luglio, le proposte del sindacato per la sanità in Umbria. E lo hanno fatto in un’iniziativa pubblica, molto partecipata, tenuta presso la sala Mercati dell’ospedale di Perugia, confrontandosi con l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini e con molti operatori del settore. Dall'incontro, anche in base agli impegni presi dall’assessore, partirà il confronto sulla base delle proposte avanzate dal sindacato. 

Secondo Cgil, Cisl e Uil, l'Umbria parte da “standard socio sanitari molto elevati”, ma “se non si interviene su alcuni nodi in maniera decisa, il problema della salute nella nostra regione potrebbe esplodere nel breve periodo”. In particolare, Cgil, Cisl e Uil denunciano “l’espansione dei sistemi privati, soprattutto nel campo della diagnostica”, che è dovuta agli “elevati tempi di attesa della sanità pubblica e ai costi dei ticket per le prestazioni specialistiche. Fattori che rendono attrattivo e competitivo il privato”.

Ecco allora le prime proposte: rivisitazione dei ticket (con allargamento delle fasce di esenzione) e abbattimento delle liste d’attesa, da realizzare con un progetto straordinario capace di affrontare la questione delle dotazioni organiche, del possibile pieno utilizzo delle strumentazioni, anche ampliando gli orari di accesso, e con un’attenta verifica dell’attività di intramoenia (“fase transitoria da superare”), con la possibilità di sospensione nel caso in cui i tempi di attesa superino quelli consentiti. A riguardo, fondamentale per i sindacati è poi l’azione di monitoraggio dei risultati, che “deve essere costante ed affidata ad un osservatorio regionale che preveda la presenza delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria”.

Al contrario, denunciano Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, “la passata legislatura ha visto la sostanziale assenza di un confronto strutturato e continuativo con le organizzazioni sindacali”, interrompendo quella “lunga e proficua storia di confronto confederale, che ha contribuito a produrre negli anni un sistema regionale di welfare avanzato e partecipato”.

E anche nella fase attuale, la strada intrapresa per la stesura del nuovo piano sanitario, non convince appieno: “I numerosi tavoli tematici, le giornate di approfondimento specifiche, gli incontri sul territorio – dicono Cgil, Cisl e Uil - rappresentano senz’altro uno strumento di partecipazione democratica, ma che non deve sostituire la funzione di rappresentanza, di confronto e di trattativa propria delle organizzazioni sindacali”.

Altro nodo da sciogliere è quello delle disparità territoriali di trattamento “sia dei cittadini – dicono i sindacati - a causa della non omogenea diffusione dei servizi, sia per quanto riguarda l’impiego del personale”. Qui la risposta, secondo Cgil, Cisl e Uil, sta nel rafforzamento dell’offerta di salute nei territori. “Per questo – insistono i sindacati - è fondamentale riconfermare il ruolo essenziale dei Distretti Sanitari con il loro assetto di medicina territoriale e rendere strutturale, funzionale ed ampia l’esperienza delle Case della Salute, realizzandole compiutamente in ogni Distretto ed estendendole H24”.

Restando sull’argomento territorio e prevenzione, secondo Cgil, Cisl e Uil, vanno anche restituiti ruolo e centralità ai consultori familiari, “servizi fortemente voluti dalle donne e connessi strettamente con i loro diritti”. “Nella nostra regione – denunciano i sindacati – lo standard di un consultorio ogni 20.000 abitanti non viene rispettato e da tempo non si sostituisce il personale che va in pensione”.

Capitolo terremoto: “È necessario – affermano Cgil, Cisl e Uil - intervenire al più presto per ricostruire le strutture di Norcia e Cascia, anche considerando che sono state previste risorse nazionali aggiuntive. Nel frattempo, è assolutamente necessario realizzare un modulo ospedaliero provvisorio con almeno 20 posti letto per garantire la prosecuzione dell’attività ospedaliera”.

Infine, resta decisiva per i sindacati umbri la battaglia per la sicurezza sul lavoro: “La Regione – dicono - dovrebbe promuovere protocolli di sicurezza aziendali, di sito e di filiera facendosi garante della loro applicazione”. Da questo punto di vista, l’ultimo drammatico incidente alle acciaierie di Terni è, secondo Cgil, Cisl e Uil, emblematico: nonostante le ripetute denunce di Rsu e sindacati, infatti, l’azienda non ha aperto un confronto con le rappresentanze dei lavoratori che era ed è invece “assolutamente necessario”. 

 

Condividi