La sanità pubblica umbra riparte da Norcia? Può essere un piccolo ospedale di periferia l'esempio di ottima sanità pubblica che contrasta quella privata sempre più pressante? Può e dalle parole dette dal sindaco Alemanno all'inaugurazione del nuovo ambulatorio di epatologia della USL2.
L'ospedale di Norcia sarà pronto, nella sua completa ristrutturazione antisismica entro il 2023. I lavori sono lunghi ma i soldi ci sono e sono arrivati. Ma non basta questo, quello che può far fare il salto di qualità è la straordinaria donazione di un milione di euro che sono arrivati dal Kuwait. Un milione di euro che possono essere utilizzati per acquistare tecnologia, apparecchiature e per dotarsi di personale capace, non tanto per quanto riguarda il servizio medico, già coperto, ma per quello infermieristico e tecnico. Una donazione di un milione di euro che potrebbe dare all'ospedale periferico una grande valenza diagnostica e terapeutica, servendo con solo l'ampio bacino territoriale (Cascia, Norcia, Preci) ma allargando la capacità recettiva fino alle porte di Terni e Spoleto, potendo diventare dentro di diagnosi all'avanguardia.

Certo che di parole sull'ospedale di Norcia ne sono state dette, tutte disattese:  "L'ospedale di Norcia verrà riqualificato e reso più sicuro e funzionale di prima, con un investimento di circa 6,5 milioni di euro e un miglioramento di tutte le attività. Entro la fine dell'estate avremo il progetto e poi partirà tutto l'iter per la ricostruzione. Nel frattempo abbiamo previsto e già attivato un potenziamento dei servizi sanitari territoriali per dare risposte efficaci e di qualità ai bisogni di salute dei cittadini, senza lasciare indietro nessuno". Parole bellissime, piene di voglia di fare, soldi e sogni. Peccato che erano del lontano 2019 e celebriamo ancora il ricordo di quel terremoto del 2016 che chiede ancora di avere soluzioni. 

Una volta restituito alla città potrebbe contare su 30 posti letto e diventare un centro diasgnostico all'avanguardia e allacciare il rapporto con la struttura riabilitativa di Cascia, già realizzata nel 2018 grazie alle donazionazioni e alla solidarietà di molti benefattori del Monastero di Sant Rita e la partnership della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus, che grazie al contributo di Fondazione Vodafone Italia ha sostenuto il progetto.
Il nuovo Ospedale ha a disposizione quaranta posti letto, è specializzato nella riabilitazione, nel trattamento di persone affette da Sclerosi multipla e nell’assistenza di pazienti non autosufficienti. Già prima del terremoto, Cascia rappresentava un punto di riferimento nel settore, attirando pazienti da tutta Italia.

Sarò un inguaribile sognatore ma le soluzioni, il futuro, le possibilità sono state servite su un piatto d'argento. A Cascia ci sono già riuscitio in tempi strettissimi e ammettiamo che ci sia sta la benevolenza della santa degli Impossibili. Ma il sogno è alla portata di questa regione.
Potrebbe, certo, basta lungimiranza e oculatezza, altrimenti sarebbe un'occasione gettata al vento. Noi in Umbria siamo bravissimi nel farlo, più impossibili degli impossibili protetti da Santa Rita.

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