di Stefano Vinti 

Il declino, inesorabile, del servizio sanitario pubblico in Umbria, oltre alla politica di privatizzazione e alla incapacità gestionale della Giunta regionale a guida Tesei, va denunciato che lo Stato destina al sistema sanitario nazionale solo il 6,4 per cento del PIL. Risorse troppo scarse per riuscire a garantire prestazioni universali efficienti. Quindi, aumenta l'affare della sanità privata, e le diseguaglianze, tra i cittadini per l' accesso al diritto alla cura e alla salute, che aumentano costantemente in Italia e in Umbria. 
Come scrive il prof. Ivan Cavicchi, su il manifesto:"...ci siamo dimenticati  della salute primaria, abbiamo accettato le logiche aziendali, cioè qualcosa che anziché preoccuparsi di curare al meglio si preoccupava di fare risparmio. Di conseguenza abbiamo accettato la 'seconda gamba' sostituendo la solidarietà con la sussidiarietà, privatizzando l' anima pubblica del sistema, fino ad ingoiare la de-capitolizzazione del lavoro professionale, fino a fare della sostenibilità (economica) l' unico parametro"...
Giustamente, ora, occorrerebbe capire come si va avanti. Penso che sia arrivata l'ora di costruire una coalizione sociale umbra, che si ponga l'obiettivo politico di rilanciare una sanità pubblica universalistica sottoposta al controllo popolare.

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