PERUGIA - In Umbria "è altissima" l'attenzione alla prevenzione del tumore del collo dell'utero.  Infatti, secondo i dati del sistema di sorveglianza Passi, resi noti dai servizi di Epidemiologia delle due Usl regionali in occasione della settimana europea per la prevenzione di questa patologia, che si celebra dal 21 al 27 gennaio, circa 9 donne su 10, fra 25 e 64 anni, si sottopongono a scopo preventivo allo screening (Pap-test o Hpv test secondo quanto raccomandato dalle linee guida nazionali). Un dato che risulta "nettamente superiore" alla media nazionale.

"Il test preventivo di screening per il tumore del collo dell'utero - spiega Carla Bietta, responsabile del servizio epidemiologia della Usl Umbria 1 - viene eseguito prevalentemente all'interno dei programmi organizzati dalle Asl (67%, circa 161 mila donne che si sono sottoposte al test), mentre una quota inferiore ma consistente (20%) fa prevenzione per iniziativa personale fuori dai programmi organizzati, sostenendo del tutto o in parte il costo".

Sono dati, questi, che confermano l’eccellenza della Sanità umbra e che giustificano le perplessità da più parti esperte per l’arrivo in Umbria di un assessore regionale alla sanità proveniente dal Veneto, con il “dichiarato” compito di introdurre massicce dosi di privatizzazione.
   

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