di Nina Valota

Uscita dal consiglio dei ministri del 19 ottobre con la formula «salvo intese», la legge di Bilancio c’è tornata quasi un mese dopo per essere finalmente approvata alle 17 e 46 di ieri. Mai una «finanziaria» era stata approvata tanto tardi. E mai il parlamento – che dovrebbe riceverla fra oggi e domattina», come da promessa del ministro D’Incà – avrà così poco tempo – 43 giorni – per discuterla, modificarla e approvarla in tempo.
E proprio per questo è stato ufficializzato che avrà una sola lettura alla Camera mentre il Senato potrà solo ratificarla fra natale e capodanno con i senatori che potranno preparare emendamenti che però verranno presentati dai deputati con un accordo informale anche per un fondo ad hoc.
Le ultime modifiche apportate hanno fatto diminuire il numero di articoli a 246 perché 45 voci dal servizio civile alle missioni internazionali ai caregiver, «non necessitano di norme in quanto sono rifinanziate direttamente».
Le novità – una trentina – vanno dalle autorizzazioni di spesa per i vari ministeri alla stabilizzazione di contratti a tempo determinato negli Uffici speciali per la ricostruzione post-sisma fino alla possibilità per l’Inps di assumere 189 medici per «funzioni relative all’invalidità civile e in materia previdenziale e assistenziale».
Dopo le proteste di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp, la stretta sulle pensioni dovrebbe finire, come previsto, alla fine del 2021 e dal 2022 scatterà il nuovo meccanismo con solo tre fasce (100% fino a 4 volte il minimo, 90% tra 4 e 5 volte il minimo e 75% sopra questa soglia). Nelle prime bozze si prevedeva una proroga di un anno, fino quindi a tutto il 2022, dell’attuale stretta, che fa salvi gli assegni fino a 4 volte il minimo e riduce la perequazione con diverse percentuali, fino ad arrivare al 40% per i trattamenti superiori a 9 volte il minimo.
Accontentato il presidente di Confindustria Bonomi: il Piano Transizione 4.0 viene potenziato a 24,8 miliardi nel biennio con incentivi per gli investimenti delle imprese in beni strumentali e immateriali. Tutti i crediti d’imposta prorogati, compresi quelli per Ricerca e sviluppo, innovazione e design.
Gran parte della manovra da 38 miliardi è composta da misure per il lavoro e il welfare: oltre ai 4 miliardi per finanziare la cassa Covid, sgravi al 100% per le aziende che assumono lavoratori under 35 e per le imprese che assumono donne disoccupate al Sud e per quelle che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi nel resto d’Italia; la proroga della decontribuzione al 30% per le aziende del Mezzogiorno; il rinnovo di Ape sociale e Opzione donna; l’ampliamento della platea del contratto di espansione attraverso l’estensione dei criteri di accesso per le imprese (da 1.000 a 500 dipendenti); il rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale.
Tra le norme principali, un Fondo per le Politiche attive da 500 milioni, stanziamenti aggiuntivi per il Fondo a sostegno del diritto all’Istruzione.
All’assegno unico per i figli under 21 vengono destinati 3 miliardi nel 2021 e poi 5,5 miliardi dal 2022. Aumentano i fondi per gli asili nido: 100 milioni nel 2022 e poi 300 milioni a regime. Rinnovato anche il bonus bebè per il 2021, in attesa che arrivi l’assegno.
Viene prorogato fino al 2022 il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno. Arriva inoltre un Fondo a sostegno dei comuni marginali per il finanziamento di interventi contro lo spopolamento. Le amministrazioni del Mezzogiorno «possono assumere personale non dirigenziale a tempo determinato, massimo di 2.800 unità per 126 milioni nel triennio. Stanziati 50 milioni per lo sport di base. E 200 milioni nel biennio per il servizio civile.
La manovra doveva essere presentata a Cgil, Cisl e Uil. Ma il ritardo e l’incontro ad approvazione già avvenuta ha provocato la protesta di Landini, Furlan e Bombardieri: «Il governo ci chiama al confronto dopo l’approvazione della legge di Bilancio e dopo averla illustrata sui social, in coerenza con i metodi del governo anche noi diffonderemo subito le nostre posizioni e proporremo al governo lo streaming dei nostri confronti», twitta la Uil prima di trasmettere l’intervento al tavolo col governo di Bombardieri. L’incontro è cominciato con due ore di ritardo, alle 20 e 15. In mattinata le federazioni dei lavoratori pubblici avevano criticato i pochi stanziamenti per la sanità e per rinnovare i contratti pubblici. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Flp e Pa parlano apertamente di sciopero: «O ci sarà il tavolo con le categorie per recuperare le risorse necessarie al cambiamento o continueremo nella nostra azione di lotta».

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