PERUGIA - "Può un parlamentare che sta al Governo prendersela con un sindaco perché il suo Governo manda, e ne siamo felicissimi, le Frecce tricolori in giro per l'Italia?": a chiederselo è Andrea Romizi, FI, sindaco di Perugia, che ha così replicato alle critiche rivoltegli dall'on. Walter Verini, Pd, per gli assembramenti avvenuti in centro in occasione della esibizione della Pattuglia acrobatica. Lo ha fatto intervenendo su Umbria radio InBlu.

Romizi ha ricordato le "preoccupazioni che ci sono state in tutte le città" per la folla che si è radunata in occasione del passaggio delle Frecce. "Un parlamentare di maggioranza - ha aggiunto - invece di aprire una discussione con il suo ministro se la prende con il sindaco del caso che si trova a gestire una situazione complessa. Non è che il sindaco è andato in piazza e ha detto 'raduniamoci'. Tutte le autorità civili, quando passano le Frecce tricolori si mettono davanti al palazzo istituzionale per salutarle, come atto di riguardo".

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Dopo aver riportato fedelmente quanto scritto in una nota Ansa al riguardo, ci siano consentite alcune brevi considerazioni:

– Che un sindaco indossi la fascia tricolore al passaggio delle Frecce tricolori ci può stare. Non ci sta invece che, resosi conto del pericoloso assembramento che si stava creando, non abbia fatto nulla per evitarlo, Anzi lo ha perfino incoraggiato offrenfo le mascherine a chi non le aveva. Un atteggiamento ben diverso da quello assunto nei confronti dei giovani che venerdì scorso erano disordinatamente accorsi in centro, ai quali i vigili urbani non hanno generosamente offerto le mascherine di cui erano sprovvisti.

– In questa circostanza la polizia locale, che è un organo di polizia a tutti gli effetti, non ha fatto nulla per prevenire e scoraggiare come era suo dovere l’assembramento, anzi. E il sindaco che era lì presente, si è anche vantato della “cortesia” usata da questi suoi dipendenti verso quanti stavano infrangendo le disposizioni che avrebbero dovuto far rispettare. Certo era un compito immane, ma giungere a gesti di cortesia ci sembra esagerato.

- Oltre tutto, se questo disservizio (per non dire peggio) venisse retribuito potrebbe ipotizzarsi addirittura il reato di “sperpero di pubblico denaro” ed altrettanto dicasi per le mascherine generosamente “regalate” che pure hanno un sia pur minimo valore economico e che comunque non erano destinate a tale uso.

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