PERUGIA  – "La Regione Umbria, per mia iniziativa, ha inteso dedicare la più viva attenzione alla condivisione del percorso di riordino territoriale già avviato, nella convinzione che debba partire ‘dal basso'. Visto l'interesse che il tema suscita, colgo l'occasione per comunicare che al confronto con tutti gli amministratori locali, tenutosi in questi mesi, seguirà ora il coinvolgimento delle organizzazioni economiche e sociali dell'Umbria, il cui apporto e le cui valutazioni possono fornire ulteriori, significativi elementi". È quanto sottolinea l'assessore regionale alle Riforme, Antonio Bartolini, rendendo noto che i rappresentanti delle associazioni di categoria, insieme a sindaci e amministratori delle Province, saranno chiamati a un nuovo momento di confronto il 29 marzo, a Villa Umbra.

"Le riforme approvate in questi anni - ricorda - hanno mutato il ruolo e l'organizzazione delle Province, hanno redistribuito le funzioni tra i vari livelli, che hanno stabilito obblighi di esercizio obbligatoriamente associato tra i Comuni minori. Su questo processo abbiamo avviato una riflessione con il sostanziale e approfondito coinvolgimento degli stessi protagonisti dei governi locali, in primo luogo dai sindaci e dagli amministratori. Da vari mesi si è sviluppato un processo di ascolto, confronto, dialogo, condotto in tutte le 12 zone della regione. Sono state registrate, in ciascuna realtà territoriale, le esigenze e le criticità, le esperienze compiute, le tendenze in atto, cercando di condividere il metodo per impostare ipotesi e prospettive, con particolare riferimento a convenzioni, unioni, eventuali ipotesi di fusione".

In merito allo studio realizzato dalla Cna Umbria, in collaborazione con il Centro studi Sintesi, sulle ricadute di ipotesi di fusione dei Comuni (da 92 a 30, ndr) sull'economia regionale "manifesta un interesse per le tematiche del riordino territoriale che merita attenzione - afferma l'assessore – Ma i criteri squisitamente quantitativi, che possono risultare utili nel contesto della pluralità di elementi da considerare non vanno disgiunti dalle considerazioni di identità e di autonomia dei territori. In questo senso, certamente non può essere trascurato il richiamo dell'Anci Umbria ad evitare fusioni ‘a freddo', ma cogliendo e sostenendo quei casi in cui vanno emergendo ipotesi in questa direzione, come ad esempio nei Comuni di Giano dell'Umbria e Gualdo Cattaneo".

"Questo dibattito – sottolinea - evidenzia l'importanza del tema del riordino territoriale del nostro territorio, in relazione all'esigenza di conseguire nuovi livelli di adeguatezza e di funzionalità, per dare migliori servizi ai cittadini e alle comunità locali. Tramite eventuali fusioni, forse, ma anzitutto diffondendo e rafforzando una rete di forme di collaborazione e di associazione tra enti locali, o razionalizzando i diversi livelli di settore che costituiscono la complessa geografia amministrativa del territorio umbro".

I risultati del percorso di condivisione sul riordino territoriale, accompagnati da un'ampia serie di dati, grafici, mappe, confluiranno nel Rapporto sullo stato dei governi locali nell'Umbria, in corso di elaborazione da parte di un gruppo di studiosi coordinati dal professor Luciano Vandelli, esperto in materia, con la partecipazione dei dirigenti e degli esperti della Regione, della Scuola umbra di amministrazione pubblica e dell'Agenzia Umbria Ricerche. Il professor Vandelli sarà presente all'incontro su "Comuni umbri: quali dimensioni?" che si terrà il 29 marzo a Villa Umbra al quale parteciperanno, tra gli altri, il presidente dell'Anci Umbria Francesco De Rebotti e Federico Gori, coordinatore Anci Umbria Piccoli Comuni, e al quale, oltre al presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Andrea Romizi e al presidente dell'Unione delle Province Umbria Nando Mismetti, sono invitati a partecipare i rappresentanti delle associazioni di categoria.

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