Riforma PA, da Unioncamere Umbria no ai tagli lineari
No all'ipotesi del governo di eliminare l'obbligo di iscrizione alle Camere di commercio da parte delle imprese. E' stato uno dei punti fermi della riunione congiunta dei vertici delle Camere di Commercio di Perugia e Terni con i parlamentari eletti in Umbria e i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali.
L'incontro si è tenuto in attesa della presentazione della riforma della Pubblica Amministrazione prevista nel prossimo consiglio dei ministri del 13 giugno.
All'appuntamento operativo, promosso da Unioncamere Umbria e coordinato dal presidente dell'ente camerale Giorgio Mencaroni hanno partecipato il deputato Pietro Laffranco (Forza Italia) e il senatore Gianluca Rossi (Pd).
Erano presenti il segretario generale di Unioncamere Umbria Giuliana Piandoro, il segretario generale della Camera di Commercio di Perugia Mario Pera, l'assessore regionale alla Programmazione ed organizzazione delle risorse finanziarie Fabrizio Bracco, Albano Agabiti, presidente umbro della Coldiretti, Graziano Pedetti della Lega Coop e Luciano Mescolini della Camera di Commercio di Terni.
Il mondo artigiano era rappresentato da Confartigianato, con il presidente Giuseppe Flamini e il direttore Sergio Bova e da Cna, con il direttore regionale Paolo Arcelli.
Giuliana Piandoro, segretario generale di Unioncamere Umbria, ha illustrato i numeri del sistema camerale regionale.
Le Camere di commercio sono finanziate unicamente dalle imprese con un contributo annuale che può essere quantificato, mediamente, in 9 euro al mese per ogni impresa: 108 euro l'anno.
A fronte di questa cifra, in Umbria il mondo camerale, solo nel 2013 ha restituito 142 euro ad ogni singola impresa, sotto forma di servizi. Quindi ognuna delle 82.000 imprese iscritte alle Camere di Commercio di Perugia e di Terni ha ricevuto 34 euro in più di quanto versato.
Se il diritto annuale dovesse essere abolito, il costo dei servizi ricadrebbe, in modo inevitabile, a carico delle casse dello Stato. In Italia, le entrate complessive delle Camere di commercio assicurate dall’obbligo d’iscrizione, ammontano a circa 750 milioni di euro l’anno. Nel 2012, ultimo dato disponibile, il volume complessivo degli interventi di promozione economica è cresciuto di circa 3 punti percentuali, passando dai 499 milioni di euro del 2010 ai circa 514 milioni di euro del 2012.
Il personale in servizio presso il sistema camerale dell'Umbria è di 157 persone.
Dal conto economico 2013 risulta che i proventi delle Camere di commercio di Perugia e di Terni e dell’Unioncamere Umbria ammontano a 28.082.042,60 euro.
Il 78,48% di queste risorse, più di 21 milioni di euro ogni anno, è ritornato al “territorio” sotto forma di stipendi, acquisizione di beni e servizi, attività anagrafico-certificativa, di regolazione del mercato e promozionale.
Le associazioni e parlamentari si sono trovate d'accordo sulla necessità di evitare tagli lineari che non premino chi, nella Pubblica Amministrazione, ha già lavorato con successo per la razionalizzazione dei costi e la riduzione delle spese.
Unioncamere ha partecipato al dibattito preparatorio della riforma della Pubblica Amministrazione con tutta una serie di proposte centrate sul contenimento ulteriore delle spese complessive, attraverso l'introduzione dei costi standard e modelli per servizi di qualità omogenei.
La presenza di ciascuna Camera di Commercio sul territorio, secondo la proposta di Unioncamere, dovrà rispondere a criteri legati all'efficienza e all'equilibrio economico e finanziario.
Il sistema camerale punta ad economie di scala e alla concentrazione della promozione economica intorno a grandi e specifici progetti. E propone anche interventi di modifica legislativa che ruotano intorno ad alcuni temi essenziali: la semplificazione, la razionalizzazione del sistema e la riarticolazione delle funzioni delle Camere di Commercio. In particolare, è prevista l'elezione diretta degli organi camerali da parte di tutte le imprese iscritte nel Registro delle imprese in maniera semplice e non costosa, attraverso la Pec e la firma digitale.
In Umbria le azioni per la riduzione dei costi sono state portate avanti da molti mesi. Con tutta una serie di interventi di semplificazione amministrativa e una estrema attenzione ai bilanci. In particolare, è stato sciolto il Centro di formazione professionale della Camera di commercio di Perugia e il monitoraggio dell'economia regionale e delle iniziative promozionali è svolto in forma associata da Unioncamere Umbria. Le funzioni per l’internazionalizzazione sono svolte in forma unitaria mediante il Centro Estero Umbria. E è stato firmato un protocollo di intesa con la Regione Umbria per il sostegno al credito attraverso i Confidi e la valorizzazione turistica della regione con meccanismo dell’addizionalità dei fondi.
Il presidente Mencaroni ha sottolineato la importanza cruciale che il lavoro camerale riveste per l'economia dell'Umbria sul fronte della legalità, del sostegno al credito e della spinta all'export.
La funzione del sistema camerale è determinante sul fronte della competività delle imprese attraverso l'innovazione e il trasferimento tecnologico, nei contributi e nell'accesso al credito, nella qualificazione delle filiere, nel turismo e nello sviluppo della imprenditorialità, nella formazione e nello stimolo alla green economy.
Nei territori le Camere di Commercio lavorano per lo sviluppo delle infrastrutture, la progettazione comunitaria, l'informazione economica, gli studi di settore, lo sviluppo locale e la progettazione comunitaria.
Quattro le partecipazioni più importanti detenute dal sistema camerale umbro: il Centro Estero (al 50%), la Sase, la società che gestisce l'aeroporto regionale (al 35%), Umbriafiere (30% tramite Unioncamere) e il Quadrilatero Marche Umbria, società pubblica di progetto, senza scopo di lucro, che ha il compito di realizzare l'importante struttura viaria di collegamento tra le due regioni e nella quale la Camera di Commercio di Perugia ha una partecipazione pari allo 0,50 del capitale sociale.
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