FOLIGNO - Il 2 maggio l’azienda Valle Umbra Servizi è stata protagonista a Foligno di ben due iniziative pubbliche: la mattina ha giocato d’anticipo, con una conferenza stampa dai toni idilliaci, con la quale ha illustrato le sue nuove strategie di comunicazione e l’assunzione di nuovi operatori, sull’assemblea pubblica promossa dalla consulta sul biodigestore dove era chiamata invece a rispondere del suo stallo operativo. A fronte di un impegno ad aumentare la qualità e quantità della raccolta differenziata a partire dall’organico, Valle Umbra Servizi non ha colto il vento giusto e i dati presentati da ARPA Umbria hanno mostrato, ancora una volta, calma piatta in Valle Umbra. Nessun obiettivo raggiunto!

“Valle Umbra Servizi – è il commento di Maurizio Zara, vicepresidente di Legambiente Umbria – continua a far promesse mai corredate né da numeri, né da contratti, né da timing operativi che farebbero vedere il reale impegno dell'azienda per una virtuosa gestione dei rifiuti”.

Il tempo dell’attesa però finisce il 30 maggio, quando verrà inaugurata la sezione aerobica dell’impianto di biodigestione di Casone, dove inevitabilmente e malauguratamente sarà trattata sempre la solita quantità e qualità di organico raccolto nei comuni della valle. Tutto questo malgrado la promessa fatta due anni fa di mettere in campo misure per migliorarle. Il Comune di Foligno avrebbe potuto raggiungere senza troppi problemi l’obiettivo del 65% di differenziata nel 2017, considerando che aveva finanziato il porta a porta spinto fin dalla fine del 2016, invece il progetto è partito con un anno di ritardo ed i risultati ovviamente ancora non si vedono, tanto che il dato del 2017 a Foligno è identico a quello del 2016.

“Possibile che nessuno sia mai chiamato a rispondere in prima persona delle evidenti inadempienze di un’azienda pubblica – continua Maurizio Zara – e poi come è possibile che VUS annunci l’assunzione di 30 operatori ecologici e non senta la necessità di dotarsi di qualche figura professionale esperta nell’organizzazione e nella gestione della raccolta porta a porta? Ed infine ci chiediamo, quale ruolo reale e concreto abbia assunto l’AURI e che controllo eserciti su queste evidenti inefficienze”.

Il 10 aprile scorso Legambiente Umbria ha chiesto ufficialmente a VUS, così come a tutti gli altri gestori, le analisi merceologiche dei rifiuti organici del 2017, per verificarne la qualità, ma ad oggi non c’è stata alcuna risposta dall’azienda. In mancanza di dati ufficiali, facendo riferimento alle dichiarazioni del direttore Walter Rossi, c’è da stare un bel po’ in allarme. Infatti Rossi ha dichiarato un inquinamento medio nella raccolta differenziata dell’organico del 12%, ottenuto con il servizio stradale. Un dato che se l’AURI si decidesse, come deve, ad applicare la nuova norma regionale, la DGR 1362 del 20 novembre 20171, porterebbe a far pagare a VUS il 20% in più rispetto alla tariffa stabilita per il trattamento della frazione organica, come penalità per la bassa qualità della raccolta.

Ma non è solo la quantità e qualità della raccolta differenziata che è scarsa, anche il servizio stesso ha notevoli inadempienze e i cittadini si sentono autorizzati a non rispettare le regole: abbandoni diffusi, raccolte fatte nel modo sbagliato, esposizioni non corrette. Una situazione che deve essere risolta al più presto in modo che i cittadini siano portati a fare di meglio e quelli più virtuosi non si sentano frustrati.

“Non è tollerabile – conclude Maurizio Zara - questa mancanza di senso di responsabilità e di capacità manageriali che coinvolge tanti comuni dell’ambito folignate. Siamo pronti a dar battaglia e a far valere le ragioni dell’ambiente e dei cittadini, con ogni mezzo legale a disposizione”.

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