NORCIA - La ricostruzione deve coincidere con una rinascita dei territori terremotati della Valnerina: ne sono convinte Cgil, Cisl e Uil che stamattina, 23 marzo, hanno dato vita ad un’assemblea pubblica a Norcia, alla quale hanno partecipato oltre 100 persone. Ascolto, proposta e protesta: queste le parole d’ordine per i tre sindacati, che si sono confrontati con il sindaco Nicola Alemanno, con il comitato "Norcia Rinasce”, con l’Ufficio speciale per la ricostruzione, con Federalberghi e con le cittadine e i cittadinidel comune terremotato. Da parte di tutti è emersa una forte preoccupazione per gli enormi ritardi accumulati, ritardi definiti “inaccettabili” da Cgil, Cisl e Uil che hanno stigmatizzato anche le “continue contraddizioni” da parte del governo e del commissario alla ricostruzione, oltre che "l’assurda mancanza" in Italia - paese ad altissimo rischio sismico - di una legge quadro per le ricostruzioni post-terremoto.

Tra i nodi più delicati, per quanto riguarda l’Umbria, c’è poi la situazione dell’Ufficio speciale per la Ricostruzione di Foligno, fortemente sotto organico, e in grado attualmente di smaltire circa 700 pratiche all’anno. “Questo significa - hanno spiegato i sindacati - che occorreranno circa 13 anni per lavorare le quasi 10mila pratiche istruite”. “Siamo come bloccati in una palude - è stato detto nel corso del dibattito - e solo tutti insieme potremo riuscire a tirarci fuori”. 

Ma accanto agli evidenti problemi - c’è una forte preoccupazione rispetto alle ipotesi di superamento di strumenti e normative che i sindacati considerano fondamentali per la legalità e la sicurezza sul lavoro, come il Durc per congruità - Cgil, Cisl e Uil indicano anche le grandi potenzialità del territorio, in particolare da un punto di vista culturale e turistico. Nei 15 comuni umbri colpiti dal sisma - hanno ricordato i sindacati - esistono 15 musei, 12 biblioteche, 368 esercizi ricettivi e 8920 posti letto. Un patrimonio che deve essere assolutamente recuperato e valorizzato per dare slancio alla “rinascita” del territorio. 

Costituire “una cabina di regia”, tra istituzioni, ai vari livelli, e parti sociali, tenendo insieme le tre priorità (servizi, cioè scuole, strade e sanità; attività produttive e ricostruzione degli edifici) è l’obiettivo primario dell’azione di Cgil, Cisl e Uil: “Non possiamo più aspettare - hanno concluso i sindacati - e siamo pronti, in mancanza di risposte soddisfacenti, a farci carico della protesta che i territori terremotati inevitabilmente dovranno mettere in campo per costruire un futuro per il territorio e fermare lo spopolamento. Perché se l’Umbria non vince questa sfida non avrà prospettive nella sua interezza”. 

 

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