PERUGIA - “Si vuole davvero la ricostruzione? Stando a quel che in Umbria fa la Soprintendenza A.b.a.p. (Archeologia, belle arti e paesaggio), sembrerebbe di no”. Così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, per i quali “è piuttosto grave la ripetuta bocciatura dei progetti esecutivi di ricostruzione da parte di chi, avendo un potere pressoché illimitato e incontrollato, respinge le proposte di ricostruzione pure su aspetti tecnici comunque pretesi dalle leggi odierne”.

“La Soprintendenza, così – aggiungono - perpetra un’offesa sistematica non solo contro il lavoro di validi professionisti, ma insulta soprattutto le popolazioni terremotate, appese al vaglio di chi ritiene di sapere inappellabilmente cosa sia il bello o il brutto, dopo aver lasciato costruire fino a oggi, qua e là, immobili, quelli sì, davvero ignobili (esempi non mancano di certo); dopo aver lasciato distruggere anche in Umbria innumerevoli opere d’arte, quelle sì, per mancata messa in sicurezza di depositi e chiese dopo l’agosto 2016; dopo aver lasciato depredare e distruggere monumenti sotto la tutela di Soprintendenze che, in decenni, non hanno controllato alcunché, rispondendo sempre di nulla, senza mai una mezza sanzione da parte di alcuna autorità. I nuovi intoccabili?”.

“Si registrano frattanto – rilevano i due consiglieri pentastellati - pesantissime conseguenze economiche, aggiuntive rispetto a quanto già sofferto dagli sfollati, tra banche, burocrazie e lavoro che non c’è. È dunque ora di finirla, è ora, anzi, di un nuovo inizio, volto all’autentica valorizzazione dei beni e del paesaggio”.

“È pertanto nostra cura – assicurano - informare puntualmente il Governo su quanto sta avvenendo negli uffici periferici del Mibact in Umbria, considerando che chi pensa di difendere lo status quo sta solo congelando tutto, peggiorando la situazione, impedendo che gli edifici oggetto di riprogettazione rispettino le stesse leggi vigenti, ostacolando – concludono - qualsiasi residua possibilità di rinascita dell’Appennino e delle sue bellezze”. 

 

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