PERUGIA - Le imprese sono le prime a voler garantire la salute dei propri clienti, vogliono rispettare le regole, ma le regole ancora non ci sono, mancano i protocolli sulla sicurezza, a tre giorni dalla ipotizzata riapertura di interi settori, riapertura peraltro nemmeno questa ufficializzata. Quando i protocolli sulla sicurezza arriveranno non ci sarà comunque il tempo necessario per organizzarsi con il nuovo modo di lavorare.

Per questo Confcommercio Umbria ha inviato una lettera ai Prefetti di Perugia e Terni, in considerazione del loro ruolo di coordinamento delle Forze dell’Ordine, in cui ha chiesto che i controlli e le ispezioni sulle attività economiche in fase di ripartenza non siano repressivi, ma servano ad aiutarle ad intraprendere un cammino di normalizzazione. Questo proprio partendo dalla realtà delle imprese, che oggi sono confuse, fragili ed in gravissima difficoltà, dalla discordanza a frammentarietà delle indicazioni con cui hanno a che fare, dal fatto che sull’impresa che riapre vengono integralmente scaricate le responsabilità di questa riapertura, che riaprire oggi non significa  fare incassi, ma riprendere a dare un servizio utile e necessario dalla comunità e garantire continuità lavorativa ai propri dipendenti.

“In una situazione normale è giusto che i controlli e le ispezioni siano anche repressivi – ha scritto il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni - ma in questa fase tale approccio appare oggettivamente iniquo, oltre che inopportuno. I controlli, oggi più che mai, devono servire ad aiutare le imprese ad intraprendere un cammino di normalizzazione ed essere preventivi e non meramente repressivi. Diversamente, ad alcuni imprenditori basterà l’inflizione anche di una sola sanzione per chiudere definitivamente la loro attività. Ma i costi di questa chiusura vanno ben oltre il “vantaggio” che si ha dalla rilevazione di una temporanea carenza sotto il profilo normativo.

Sia chiaro – ha aggiunto Mencaroni - non chiediamo di non verificare gli adempimenti o di non fare controlli! Diciamo solo che in questo momento straordinario questi vanno fatti anche per il bene delle imprese, aiutandole a mettersi in regola, accompagnandole nel loro adeguamento e non per reprimerne eventuali inefficienze”.

Alle istanze di Confcommercio Umbria ha già risposto il Prefetto di Perugia, evidenziando che agli operatori presenti al Tavolo tecnico, istituito presso la stessa Prefettura e riunitosi il 6 maggio scorso per affrontare il tema dell’attività di vigilanza sulle misure che le imprese debbono adottare per il contenimento del Covid 19, “è stato raccomandato di non limitarsi all’attività ispettiva, ma di soffermarsi sull’azione di informazione e di supporto alle imprese per coadiuvarle nell’attivazione di tutte le misure precauzionali nei propri ambienti di lavoro, in un’ottica collaborativa e formativa”.

“Ringraziamo il Prefetto Sgaraglia – conclude Mencaroni – perché dimostra di aver colto il senso e la ragione del nostro appello, e plaudiamo anche alla finalizzazione dell’attività di vigilanza nelle aziende all’ulteriore obiettivo di cogliere tempestivamente eventuali elementi riconducibili a tentativi di ingerenza della criminalità organizzata nel nostro tessuto economico, così provato”.

 

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