PERUGIA – La Prima commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Andrea Smacchi, si è riunita ieri pomeriggio a Palazzo Cesaroni per l’illustrazione della proposta di legge della Giunta sulla riforma dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa). Gli assessori Antonio Bartolini e Fernanda Cecchini hanno presentato ai commissari il disegno di legge “Disciplina dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente dell’Umbria” che prevede, tra le altre cose, una struttura dell’Arpa articolata in aree dipartimentali corrispondenti agli ambiti delle Usl (attualmente due).

Il presidente Smacchi, ad inizio seduta, ha ricordato che la discussione della proposta della Giunta viene trattata insieme a quella sullo stesso argomento a firma dei consiglieri Roberto Morroni (FI), Claudio Ricci (misto-Rp/Ic), Marco Squarta (FdI), Emanuele Fiorini, Valerio Mancini (Lega), Sergio De Vincenzi (misto-Un). Un disegno di legge che l’Aula, a gennaio, aveva deciso di rinviare in Commissione (https://tinyurl.com/ybkvo97r(link is external)), dove in precedenza era già stato oggetto di audizioni con gli assessori Cecchini e Bartolini, con i sindacati e con il direttore generale di Arpa Ganapini (https://tinyurl.com/y6qa465o;(link is external) https://tinyurl.com/yyoca7ha;(link is external)  https://tinyurl.com/yyfgdvkh(link is external)).

Bartolini e Cecchini, illustrando l’atto ai commissari, hanno spiegato che per l’elaborazione di questo DISEGNO DI LEGGE DELLA GIUNTA di riforma di Arpa è stato istituito un gruppo di lavoro che ha recepito le varie richieste sul tema venute dagli incontri con stakeholders. La riforma normativa è imposta dalla legge ‘132/2016’ di riforma delle Agenzie nazionali e regionali, che stabilisce che le Regioni devono disciplinare con proprie leggi la struttura, il funzionamento e la pianificazione delle attività delle agenzie. La proposta di legge prevede una struttura snella, suddivisa in aree dipartimentali corrispondenti agli ambiti delle Usl. Per rispettare il principio di omogeneità dei livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (Lepta) richiesto dalla legge nazionale, si è prospettata un’organizzazione basata su due strutture separate che però devono necessariamente operare in forma coordinata proprio per mantenere l’omogeneità dei Lefta. Secondo gli assessori l’atto della Giunta assorbirebbe il pdl dei consiglieri.

INTERVENTI
Roberto MORRONI (FI): “Apprezzo il tentativo della Giunta, ma il dipartimento previsto dalla nostra proposta di legge è meglio dell’area dipartimentale. Il dipartimento prevede la figura di un direttore, mentre l’area no. La proposta della Giunta sembra essere un’autorizzazione a posteriori alla rivoluzione fatta nel 2016 dai vertici dell’Arpa, che ha snaturato la legge istitutiva dell’Agenzia svuotando i dipartimenti e non tenendo conto dell’operatività dell’Arpa nella zona ternana, che presenta numerose criticità ambientali”.

Silvano ROMETTI (SeR): “Il problema della differenza tra aree dipartimentali o dipartimenti è se hanno una struttura o una direzione. Come in sanità ci sono quattro aziende senza che questo precluda il rispetto dei Lea, così per l’ambiente possiamo raggiungere l’omogeneità dei Lepta in tutto il territorio. La storia ambientale dell’Umbria testimonia che ci sono peculiarità dell’area ternana, con criticità specifiche. Andrebbe ripristinata una struttura con due dipartimenti funzionali con punti di responsabilità perché esisteva ed era prevista nella legge istitutiva. Va precisato se la proposta di legge lo prevede”. 

Andrea LIBERATI: “L’attuale direttore di Arpa nel 2016 ha deciso unilateralmente di non rispettare le legge del ‘98 e noi glielo abbiamo consentito. La legge vigente prevede due dipartimenti territoriali e non aree dipartimentali. A Terni la dirigente è lontana e mancano persone dotate di autonomia gestionale e operativa. Anche i sindacati hanno sollevato dubbi sulle scelte di Ganapini. Questa proposta sembra voler sanare a posteriori degli atti compiuti dal direttore Arpa in violazione della legge del ‘98. Così si indebolisce Arpa, facendo la gioia degli inquinatori. Il dipartimento territoriale deve essere ripristinato. Anche il Consiglio comunale di Terni, compreso il Pd, chiede di collocare la direzione centrale di Arpa a Terni, dove esiste una criticità ambientale unica nel centro Italia”.

Claudio RICCI (misto-Rp/Ic): “Bene che si stia andando verso un’armonizzazione tra il quadro sanitario e quello ambientale, fondamentale per mettere in correlazione i due aspetti. I dipartimenti devono conservare un maggior livello di autonomia, puntualizzando bene che non si tratta di un fatto solo formale. Il luogo indica attenzionamento. Il direttore generale deve pensare ad armonizzare i contenuti e gli indirizzi oltre che i termini di verifica. I dipartimenti devono avere autonomia e una loro direzione”. 

Gianfranco CHIACCHIERONI (Pd): “In materie specialistiche come quelle di cui si occupa l’Arpa, più si ha una massa critica consistente e più si è efficaci. Se un dipartimento ha una dimensione regionale avrà più casistiche, più elementi di approfondimento. Con questo atto si propone una mediazione dicendo che ci sono due aree dipartimentali con un coordinamento regionale. Poi i responsabili di dipartimento possono essere collocati a Terni o a Perugia. Se c'è autonomia vera ci deve essere un dipartimento solo regionale”.  

Valerio Mancini (Lega): “Il problema è se la creazione dei dipartimenti prevede la figura del direttore. A noi interessa l’autonomia organizzativa e l’operatività, anche in una geografia simile a quella delle aziende sanitarie”. 

Al termine del dibattito gli assessori Cecchini e Bartolini hanno detto che “da parte della Giunta non c'è alcuna problematica nel valutare tutte le proposte arrivate. Non andiamo a sanare ciò che fanno altri. Le riforme devono ruotare intorno alle esigenze dei cittadini e non dei dipendenti. Dobbiamo organizzare modelli funzionali per avere una lettura omogenea dell’Umbria. La Giunta ha lavorato su un modello di quanto fatto in sanità. La Giunta ha una posizione aperta rispetto al dibattito. L’importante è garantire l’autonomia organizzativa e operativa sul territorio”. La Commissione ha poi dato mandato agli uffici regionali di fare l’istruttoria dell’atto, per poi valutare su fare un’ulteriore fase di partecipazione. 

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