di Alfonso Gianni.

La questione dei migranti è l'aspetto centrale dello scontro di civiltà - e conseguentemente - dello scontro politico in atto anche nel nostro paese. Chi si illude di andare alle elezioni senza dire parole chiare sull'argomento è un irresponsabile o spera di fare orecchi da mercante (metafora non casuale). Sulla questione il mondo cattolico progressista sta riprendendo la parola in modo diretto. Raniero La Valle parla giustamente di un genocidio in atto del popolo di migranti, se si tiene conto che non si tratta di un popolo di una sola nazione ma di più paesi accomunati da una condizione di invivibilità. Chi dice "aiutiamoli a casa loro" sa di barare. In ogni caso l'Italia potrebbe bloccare il suo fiorente commercio di armi, se volesse veramente contribuire a rendere meno violenta la vita in quei paesi di emigrazione.Ma non lo fa. Anzi manda navi con licenza di intervenire in conflitti a fuoco. Persino dentro il Pd si nota qualche timido discostamento da Minniti. Anche Repubblica, dopo l'intervento di Saviano, pare avere cambiato indirizzo. Speriamo che duri. Il mondo dell'associazionismo italiano, e non solo, si sta muovendo in sostegno alle Ong. A fronte di tutto ciò i messaggi che provengono da Palazzo Chigi e in modo non usuale persino dal Capo dello Stato, a sostegno dell'azione di Minniti, appaiono ancora più irricevibili.

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