di Stefano Vinti 

Quello che era chiaro sin dai primi giorni della guerra, per chi volesse vedere oltre l'emozione, oltre l'indignazione, adesso, piano piano, sembra inizi ad essere una consapevolezza diffusa. In questa guerra, che va confinata regionalmente, per evitare l'apocalisse dell'umanità, ci sono due obiettivi politici e militari inconciliabili: difendere il popolo ucraino o puntare ad un cambio di regime a Mosca.
Il primo obiettivo è-dovrebbe essere quello dell'Europa, il secondo è quello dei paesi anglosassoni con polacchi e baltici. Sono inconciliabili perché è impossibile ricostruire a Kiev se si lavora per una campagna di Russia.
L' atlantismo duro e puro, fanatico ed ideologico, impedisce all'Europa di dispiegare una propria iniziativa di pace, di fare politica.
Questa Europa non può perdersi, se ancora intende salvaguardare quel che resta dei propri valori e principi, accodandosi a supposti 'amici' che hanno obiettivi  economici e geopolitici alternativi ai propri interessi.
La Germania, la Francia, l' Italia ascoltino gran parte delle loro opinioni pubbliche che chiedono una concreta e lungimirante politica di pace.
Alle donne e agli uomini di pace spetta il compito, qui ed ora, di rilanciare in tutte le città, piccole e grandi, il movimento per la Pace, per il 'cessate il fuoco' e per una Conferenza Internazionale per la Sicurezza di tutti i paesi d'Europa e del mondo.

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